Golpe bianco o rispetto del Paese?

Siamo in balia dei non eletti come una nave alla deriva, perché Napolitano fa di Monti un Senatore a vita natural durante oltre che Premier non proposto dal popolo, che a sua volta forma un governo di tecnici non scelti dai votanti, che poi chiedono la fiducia degli eletti che non gli appartengono e senza un programma certo si vota alla cieca. In altri tempi si

sarebbe urlato al colpo di stato, ma oggi non si può più dire perché in questa repubblichetta con una costituzione molto strana ora la dittatura dei non votati la chiamano democrazia. E noi poveri sottomessi al potere bancario massonico che piace tanto a sinistra e non solo, applaudiamo, mentre la Lega resta esclusa da questi giochetti istituzionali per sua fortuna, ma dovrà dare addio al federalismo.

Enzo Bernasconi
Varese

Anche di questi tempi si parla di colpo di Stato. Più morbidamente: di golpe bianco. E ancora: di democrazia sospesa. Ma quale sospensione? Riassumendo, la storia è questa. Il Paese versa in una grave crisi, riflesso del tracollo finanziario europeo, dell’incapacità pluridecennale della nostra classe politica d’attuare riforme incisive, dell’occasione sprecata dal berlusconismo – forte d’una poderosa maggioranza – di riformare laddove altri avevano riluttato. Il governo perde il sostegno alla Camera, il premier rassegna le dimissioni anche sotto la spinta dei mercati che affondano l’Italia. Il presidente della Repubblica incarica Monti di varare un esecutivo di larga condivisione per affrontare l’emergenza. Tutte i partiti dichiarano che lo sosterranno, l’unica eccezione è la Lega che non viene messa da parte, ma si fa da parte per calcolo di bottega elettorale. Il Senato e la Camera concedono a ragion veduta la fiducia al governo, che presenta un dettagliato programma. Il rispetto della Costituzione è ineccepibile: il capo dello Stato nomina il presidente del Consiglio, il Parlamento – espressione della sovranità popolare – lo legittima votandolo. Dov’è il vulnus?

Max Lodi

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