Grandi sfide, grande Varese

Cinque partite per un pezzo di sogno, dieci (+1) cose per andare a prenderselo

All’orizzonte ci sono cinque grandi sfide: Varese-Pro Sesto (domenica), Legnano-Varese (20/11), Varese-Chieri (27/11), Varesina-Varese (4/12), Varese-Gozzano (8/12). Serve il doppio dell’impegno, il doppio della forza, il doppio della fame. E allora avanti, raddoppiamo (anzi, raddoppiamo +1: perché tutti adesso dobbiamo dare il massimo): ecco le 11 cose che deve fare il Varese – nella sua interezza: società, squadra, tifosi – per prendersi un pezzo del sogno chiamato Lega Pro.

Meravigliosi, carichi, bollenti, trascinatori; 1500-1600 in casa, 400-500 in trasferta. Numeri pazzeschi? Sì. Ma si può fare di più. Adesso ne servono 2000 al Franco Ossola e 1000 in trasferta. Facciamo vedere chi siamo: e se qualcuno crede di poterci battere, prego: si faccia pure avanti.

Volete dai biancorossi sacrificio e qualità e li avete ottenuti nel 2-0 al Casale e nel 3-0 alla Pro Settimo: sei punti in cassaforte, cinque gol fatti, nessuno subito. Ci accontentiamo? Neanche per idea. Oltre a modulo e organizzazione (e lavoro), in queste partite servono anche intuizione, fiuto e un pizzico di follia. E per avere le pile sempre cariche a mille bisogna vivere le vittorie con il pubblico e con l’ambiente, lasciandosi anche un po’ andare. Il popolo è con voi: lasciatevi trasportare dalla passione.

Il sorriso è tornato. Ma nelle grandi sfide, le sue sfide, servono i gol da far venire giù lo stadio e gli assist da lasciare a bocca aperta. Serve la pantera e la sua vorace fame.

I grandi portieri sono quelli che fanno una, singola parata: quella decisiva. Bisogna abbassare la saracinesca. Ancora una volta.

La storia del Varese è lanciare i talenti nel calcio che conta (Lazaar, Pisano, De Luca per dirne tre). Ma prima bisogna sudare questa maglia fino ad appiccicarsela addosso come una seconda pelle. Servono coraggio e sfrontatezza: li avete, vero?

Vogliamo tornare tra i professionisti: chi ha la stoffa del leader la tiri fuori e inizi a cucire il suo nome dietro la schiena della maglia del futuro.

Il 4-4-2 è la storia del Varese, che ha spiccato il volo sbattendo forte le sue ali. Correre, correre, correre. E ancora correre. Senza mai guardarsi indietro. La benzina la trovate sugli spalti: fate il pieno.

I centravanti spaccano le partite normali. I bomber spaccano quelle che contano.

Ah no, fermi: ci siamo fatti prendere dalla foga. Generale, siamo a posto così. Scusi ancora…

Perfetto, il ginocchio non ha niente di grave. Stringere i denti e tornare in mezzo al campo, al più presto: serve il mastino.

Non ci si accontenti di avere un grande pubblico perché c’è già. Il lavoro quotidiano per rinforzare la società sta andando alla grande, ma noi viviamo nel weekend (perché giriamo il mondo insieme a lei e sola non la lasciamo mai): parlate ai tifosi, chiamate la città, invitate i grandi ex a tornare in famiglia. Se la marea biancorossa cresce, travolge tutto. E non si ferma più.