VARESE «Vede il tacco del mio stivale? Mio marito me l’ha già incollato tre volte. E stasera me lo incollerà ancora»: Flora Zozzetto, in prima fila sotto il palco della Cgil ieri in piazza del Garibaldino, fa una breve pausa. Poi: «Un paio nuovi, non li posso comperare». Felpa rossa con la scritta Fiom e nessun timore a parlare, Flora apre il libro delle difficoltà: «La spesa la faccio al discount, nulla da dire, ma non sempre si trovano i prodotti migliori. Mio marito e io lavoriamo alla Whirpool, io part-time in mensa, abbiamo il mutuo della casa e due figli laureati di cui uno soltanto ha trovato lavoro, la femmina è precaria da due anni. Centelliniamo su tutto, sulla luce, il riscaldamento, la spesa, ecco come facciamo a tirare avanti con due stipendi che, insieme, non arrivano neanche a 1.700 euro al mese». Non esiste più una pizza fuori o spese extra. «Perché sono qui oggi? Perché non ce la si fa più ad andare avanti».Aldo Sghirinzetti, da 16 anni in forze alla Holcim di Ternate, ha portato pure i suoi due figli di 21 e 16 anni, ieri a Varese. «È
giusto che siano coscienti di quello che stiamo attraversando, devono sapere», commenta. In una mano una bandiera, nell’altra un tric-trac con cui rumoreggia nel corteo.«È doveroso scioperare contro l’austerità in un momento di crisi. Non ci possono essere soltanto tagli e rigore verso i più poveri e più bisognosi. Serve rigore per tutti».Passato, presente e futuro. «Dobbiamo ai nostri padri le conquiste sindacali e non possiamo lasciare nulla ai giovani: per questo sono qui oggi. Non potrei mai avere il rimorso di non aver tentato di migliorare la situazione», dice Graziano Grini, lavoratore alla Brena di Castellanza.«Le politiche di austerità non consentono neanche alle aziende di fare investimenti se le banche non concedono prestiti. Non so più cosa bisognerebbe fare – confessa – di certo però non possiamo stare seduti e dobbiamo almeno farci sentire, senza violenze». La diffidenza nella politica, non va di pari passo con quella verso il sindacato, non perlomeno ieri. «Il sindacato è l’unico appiglio che ci resta, l’unica “arma” che i lavoratori possiedono; speriamo nella Cgil», dichiara una donna. Intanto al rientro in piazza del Garibaldino, sono gli studenti ad impossessarsi del palco con tanto di striscione “Svegliati Italia”.
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s.bartolini
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