Gucci è molle, Innocenti non punge. Solo Talarico mette la giusta cattiveria

La difesa non soffre, Becchio crolla dopo l’errore, Giovio combatte. Le pagelle di Alberto Coriele

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Spettatore non pagante, viene chiamato in causa solo con un tiro da lontano che gli rimbalza male davanti.

Il più convincente, il più continuo, il più cattivo: ha gamba, aggressività, temperamento, dal suo lato sfonda sempre e mette in difficoltà costante gli avversari.

Dietro il Varese non soffre mai, puntuale come di consueto in chiusura, un po’ impreciso in fase d’impostazione.

Preciso come Ferri nell’abbassare la saracinesca, è più intraprendente del compagno di reparto nel buttarsi in avanti, soprattutto nel finale. Da qualche mese a questa parte è un giocatore ritrovato.

Nel finale aiuta l’assalto, nonostante tanti errori e passaggi a vuoto durante la partita: corre sempre, corre comunque.

Sbaglia un gol clamoroso in partenza e, alla luce dello 0-0 finale, il suo errore assume un peso ancora superiore e incide sulla prestazione, visto che non trova più spunti (
Parte largo, lotta e cerca di lasciare il segno, senza risultati).

Va detto che il Varese non passa quasi mai dal centro, preferendo lanciare: quando cercato però si limita al compitino, giocando orizzontale o all’indietro.

D’accordo che impostare l’azione non è nel suo curriculum, però sbaglia troppi passaggi. In partite come questa, quando c’è poco da difendere e tanto da creare, va in affanno. (
).

Ha avuto fiducia fin da subito con Bettinelli, complice l’assenza di Rolando, ma non l’ha sfruttata: il mister ama dare ampiezza con gli esterni, lui è spesso “stretto”, non permette mai alla squadra di allargarsi e non regala uno spunto che sia uno (
Mette giù diversi palloni, si guadagna un rigore che si poteva fischiare, si fa sentire).

Non incanta, questo è vero, però ha uno spirito combattivo che raramente gli si era visto prima. Va a cercarsi il pallone ovunque, cerca di inventare, di lanciare i compagni. Tutto questo non basta però.

Dispiace dargli questo voto, ma è inevitabile. Non è mai nel vivo del gioco, si muove dove non deve, è molle nei contrasti e ancor di più in sede di conclusione: sbaglia tre occasioni limpide. Serve cattiveria per essere decisivi.