Guidava un tir pieno di cosmetici rubati. Condannato a due anni e otto mesi

Il 42enne di Lonate Ceppino aveva negato di avere qualcosa a che fare con la vicenda

Alla guida di un Tir carico di prodotti cosmetici rubati: condannato a 2 anni e 8 mesi con rito abbreviato.

La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dal gup di Varese. L’uomo, 42 anni di Lonate Ceppino, era stato arrestato lo scorso 23 dicembre dai carabinieri della compagnia di Busto Arsizio al termine di un inseguimento da Busto a Varese.

Dopo l’arresto il 42enne aveva negato di avere qualcosa a che fare con la vicenda: nulla sapeva di quei cosmetici rubati. Successivamente ha ammesso il suo coinvolgimento: non è noto se abbia ammesso il furto oppure si sia ritagliato il “solo” ruolo di autista.

L’uomo alla guida del tir, dopo aver evitato un posto di blocco, è andato a sbattere contro un muretto squarciando uno pneumatico. Vistosi in trappola, è sceso dal mezzo e ha tentato la fuga a piedi tra i campi e boschi della zona ma è stato fermato e arrestato. All’interno del tir c’era un carico di prodotti del valore di 300 mila euro provenienti dalla H.S.A. di Bisuschio.

All’interno del mezzo c’erano sedici bancali con 20 mila pezzi di prodotti di bellezza e quasi 19 mila pezzi di prodotti per capelli, oltre a 140 scatoloni di shampoo. Il 42enne è stato arrestato mentre proseguono le indagini per verificare dove sia stato rubato il mezzo. I militari in realtà stanno ancora indagando.

Molto improbabile, infatti, che l’uomo possa aver fatto tutto da solo rubando il tir, caricandovi una trentina di bancali, individuati in modo perfetto dentro al magazzino della ditta derubata, salvo poi rendersi protagonista della rocambolesca fuga. Si sospetta abbia avuto dei complici. E che fosse in possesso di ottime informazioni sul dove trovare la refurtiva. Refurtiva particolare e in grande quantità.

Difficile ipotizzare che l’uomo non avesse già qualcuno al quale piazzarla. Ipotizzabile che possa essersi trattato anche di un furto su commissione. O che si volesse vendere parte della refurtiva attraverso i canali internet.

Le indagini sono in corso. L’arresto era stato convalidato in sede di udienza direttissima. Il difensore aveva chiesto i termini a difesa. Ieri è arrivata la sentenza di primo grado.