«Ho commesso i miei errori Ma non l’ho violentata»

VARESE «Ho commesso i miei sbagli in passato, forse non sono sempre stato un cittadino modello ma non ho violentato quella ragazza». L’ha ripetuto in continuazione Davide Brianza, 42 anni di Castiglione Olona, accusato di aver abusato di una giovane rumena di 20 incontrata in chat su un social network. Provato dalla permanenza in carcere l’uomo oggi è comparso davanti ai giudici milanesi del tribunale delle libertà assistito dall’avvocato Domenico Albarano Brianza ha ribadito la sua verità: «Non l’ho violentata e mai mi sarei aspettato una reazione simile». Con il ricorso Albarano ha chiesto la scarcerazione del suo assistito sottoposto a misura di custodia cautelare dal gip che, tuttavia non ha convalidato il fermo a suo carico ritenendo non sussistente il pericolo di fuga. Contro la mancata convalida del fermo ha fatto ricorso in Cassazione la procura; oggi, però, i giudici milanesi non si sono espressi riservandosi sulla decisione. «Ci sono molti dubbi su questa violenza – ribadisce il legale – I racconti del mio assistito e delle presunta vittima coincido in

molti punti: Brianza è andato a prenderla a casa, lei ha fotografato la targa della sua auto prima di salirvi e lui ne era consapevole». Albarano continua: «Il mio assistito sostiene che l’incontro era a pagamento e che la trattativa si era svolta in chat, lui non avrebbe saldato gli 80 euro pattuiti pagandone soltanto 25. Strano che uno stupratore sapendo che la targa dell’auto intestata a lui era stata fotografata ed inviata come assicurazione via sms dalla vittima non abbia desistiti. La ragazza sostiene di aver ricevuto un pugno ma gli esami medici la smentiscono». La giovane ha spiegato di essere stata costretta al rapporto sotto la minaccia di un coltello: « Mai trovato – conclude Albarano – In auto c’erano oggetti che avrebbero potuto servire allo scopo: un cacciavite, un paio di forbici. Perché il mio assistito si sarebbe liberato soltanto del coltello? E perché avrebbe accompagnato la ragazza appena stuprata in un bosco in stazione lasciandole il cellulare?» A giorni la sentenza dei magistrati milanesi. S. Car.

s.bartolini

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