Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna tutti assieme, è la realtà che comincia. L’ha pensata così il grande Lario Mambretti, 92 anni il prossimo primo gennaio. Perché tutto, inconsapevolmente, comincia dai sogni. Così Lario ci aspetta al Molina per raccontarci che, dopo la visita del suo amico Stefano Bettinelli («Mi ha preso di sorpresa, non sono stato nemmeno capace di parlare», ci ha confessato), il Varese gli è veramente apparso in sogno.
Ma riavvolgiamo il nastro. Suona un telefono in redazione, dall’altra parte del filo la voce del signor Mambretti, che vuole essere sempre chiamato Lario ma ci perdonerà: «Venite a trovarmi al Molina – ci esorta – ho tante cose da dirvi sul nostro Varese». E come fai a dire no ad un uomo che ha visto le fondamenta del Franco Ossola? Un ragazzino che nel 1936, a 13 anni, portava pane, mortadella e vino rosso ai muratori che costruivano le gradinate. Fuori da scuola, invece che andare a casa, volava diritto allo stadio. E da quel lontano 1936, la passione per il Varese non gli è più andata via. Starci lontano è impossibile. Anche quando la salute non gli permetteva di essere in tribuna, si è sempre arrangiato con una radiolina di fortuna.
E allora eccoci qui, su un tavolino del bar del Molina, un caffè ed un dolce. A parlare di sogni e di Varese: non c’è niente di più bello. E il Lario subito parte in quarta: «Senza tanti giri di parole, vi voglio raccontare il mio sogno. Spero solo che Bettinelli non si arrabbi. L’altra notte mi è apparso chiaramente ciò che sarà dei biancorossi: potrà sembrare un po’ strano, ma
a 92 anni ne ho viste un po’ di tutti i colori quindi vi dico che questo sogno è vero. In sostanza, mi ha fatto capire che la seconda parte di campionato del Varese sarà tranquilla. Quindi posso dire al mio amico Stefano di non preoccuparsi tanto. Basta far correre i ragazzi un po’ di più, ed arriveremo ad una salvezza tranquilla». Una frase che, detta adesso, potrebbe quasi far sorridere.
Una salvezza, meglio ancora se tranquilla, è un sogno che parte dal Lario e dovrà coinvolgere tutti noi. È la realtà che comincia, no? Già oggi, per la sfida contro il Crotone, il Mambretti sarà in licenza allo stadio. Appena le sue gambe sono tornate a sorreggerlo, non è più mancato a Masnago.
E lui, con il Natale alle porte, non si presenterà come se fosse una partita qualsiasi: «Ho trovato una mantellina biancorossa e un cappello con la scritta Varese 1910, sembrerò quasi un Babbo Natale. L’intenzione è di portare un bel regalo al Varese, una bella vittoria contro il Crotone così passiamo tutti le feste tranquille. Mi piacerebbe tanto anche tornare a calpestare quel prato bellissimo che ho visto nascere tanti anni fa. Magari mi fanno fare un giro di campo».
Sperando di esaudire questo desiderio, ritorna con la mente al primo sogno, quello da cui è partito tutto: «Da oggi in avanti le cose cambieranno, saranno molto più tranquille, ne sono convinto. Il girone di ritorno sarà molto diverso, questo è il mio sogno. E mi raccomando, diteglielo al Bettinelli, perché mi ha promesso che festeggeremo la salvezza assieme qui al Molina».