New York, 9 giu. (TMNews) – Il suo volto da eterno ragazzino rimarrà per sempre legato agli anni Ottanta quando saliva a bordo della sua auto DeLorean e viaggiava nel tempo in “Ritorno al futuro”. L’attore Michael J. Fox è arrivato oggi al traguardo dei 50 anni. Nato a Edmonton, in Canada, e naturalizzato statunitense, inizialmente ha ricoperto il ruolo di co-protagonista in una serie tv canadese dal titolo “Leo and me”, quando aveva 15 anni, ma ben presto ha deciso di intraprendere la scalata verso l’Olimpo hollywoodiano. E nel 1982 ha iniziato a recitare in “Casa Keaton”, sit-com americana in onda sulla rete Nbc per sette stagioni, dal 1982 al 1989.
Ma il vero successo per Fox è arrivato nel 1985 quando Steven Spielberg lo ha scelto come protagonista di “Ritorno al Futuro”, primo capitolo della trilogia di fantascienza da lui prodotta e diventata un successo cinematografico mondiale. Ed è proprio il ruolo di Marty McFly che lo consacra. Da quel momento recita in una serie di film di successo, come “Le mille luci di New York” (1988) di James Bridges, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Jay McInerney; “Vittime di guerra” (1989) di Brian de Palma, dove recita al fianco di Sean Penn; i due sequel di “Ritorno al Futuro” nel 1989 e 1990 e “Doc Hollywood Dottore in carriera” (1991) di Michael Caton-Jones.
Ma nel 1991 la sua carriera subisce una battuta d’arresto: gli viene diagnosticato il morbo di Parkinson. Fox renderà pubblica la notizia solo nel 1998. La malattia lo ha costretto a ritirarsi quasi del tutto dai riflettori dopo il 2000, anno in cui ha annunciato la sua decisione di lasciare la serie tv “Spin City”. Ma non ha smesso di lavorare: negli anni successivi ha prestato la sua voce
ad alcuni protagonisti di cartoni animati come nella trilogia del topolino “Stuart Little” diretta da Rob Minkoff. Dopo la diagnosi della malattia, Fox non si è arreso ma ha lottato ed è sempre stato in prima fila nella ricerca sulle cellule staminali, con la sua Fondazione Michael J. Fox per la ricerca sul morbo di Parkinson, che è riuscita a raccogliere in pochi anni quasi 200 milioni di dollari.
A24
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