I candidati e il Varese. «Noi la pensiamo così»

L’inchiesta - Abbiamo messo alle strette Orrigoni, Malerba, Galimberti, Steidl e Badoglio sul Varese Calcio

Doveva essere solo una festa: la promozione in serie D, i 106 anni di storia e le maglie targate da uno sponsor che a quella storia ha dato un contributo fattivo e indelebile nei ricordi dei tifosi. Nella domenica del D-Day, invece, a far steccare il coro di giubilo ci ha pensato la politica, o almeno quella capace di spaccare il capello a una testa che capelli non ha. La presenza sulle divise biancorosse dello sponsor Tigros – richiamo all’epopea del Varese di fine anni ’80 e inizio anni ’90 –

non è andata giù ad alcuni esponenti della politica varesina. Il motivo? Costoro hanno interpretato l’iniziativa come una mossa da campagna elettorale perpetrata da chi rappresenta l’azienda in questione, Paolo Orrigoni, candidato sindaco per il centrodestra alle prossime elezioni amministrative. Nella questione c’è soprattutto un dato oggettivo trascurato: gli accordi per sponsorizzare gli eventi del compleanno numero 106° erano stati presi ben prima della discesa in politica di Orrigoni, figlio di quel Luigi che fu presidente del Varese, e un presidente – o un marchio – è storia, nulla di più.

Il resto è opinione, guidata dal desiderio di buttare in politica anche il ricordo declinato al calcio. «Mi è spiaciuto constatare come le persone riescano a cambiare le carte in tavola per fare il proprio interesse – afferma lo stesso – Ovvero l’interesse di screditare gli altri. Chi ha detto certe cose si è messo in ridicolo da solo: io sono tranquillo». Per il figlio di Luigi e per la sua famiglia la partita con il Vittuone è stata un momento speciale: mamma che abbraccia e ritira la maglia dei 106 anni, la presenza di che – per un pomeriggio – ha ricostituito la coppia che rifondò il Varese, poi capace di cavalcare verso il sogno della serie B con la coppia Beretta-Capozucca. «Gheller veniva a casa nostra a pranzo 20 anni fa, era poco più di un ragazzino – continua Orrigoni – Per me e per mia madre rivederlo e riabbracciarlo è stato un po’ come tornare ai tempi in cui c’era ancora papà».
Lo stesso Orrigoni, dopo la partita, ha avuto poi parole di elogio nei confronti di , sindaco che l’estate scorsa si è speso concretamente per il salvataggio del Varese. Le ribadisce: «Non tutti si comporterebbero come lui. Ha lavorato bene e il risultato di ciò che ha fatto è proprio quello che abbiamo celebrato domenica. È sempre stato vicino a questa realtà e non certo per interesse».

La festa, le polemiche, il “modello Fontana” e il futuro: cosa ne pensano gli altri candidati alla poltrona di borgomastro? Siamo andati a chiederglielo. , per esempio, allo stadio era presente: «Ho un figlio di 7 anni che gioca nelle giovanili del Varese e l’ho portato per la prima volta a vederlo dal vivo. È stata una giornata di vera festa, a maggior ragione per un appassionato (ed ex giocatore) come me». Galimberti non vuol sentir parlare

di polemiche: «Le lascio ad altri. I cittadini giudichino da soli». Sul futuro, però, ha le idee chiare: «Penso che il compito di un sindaco sia quello di fare sistema, in ogni settore. E non solo nei periodi di emergenza, ma in modo costante, per rilanciare la città e tutte le sue realtà, anche quelle sportive. Fossi eletto sindaco, quindi, mi comporterei proprio così».Sugli spalti del Franco Ossola non c’era, invece, , candidato del Movimento 5 Stelle.

«Non mi piace molto il calcio – spiega – Ma questo particolare non mi toglie la contentezza per il buon lavoro fatto e per il risultato raggiunto. La polemica che ha coinvolto Orrigoni? Penso che il sospetto sia legittimo in campagna elettorale, ma ritengo che in fondo non ci sia stato nulla di male nel suo coinvolgimento. Certo un sindaco dovrebbe dimostrarsi all’altezza soprattutto su altre questioni».
Farebbe come Fontana, Steidl, se un giorno si trovasse al suo posto? «Io mi spenderei per lo sport in genere, soprattutto per quelli che hanno poca visibilità e risorse, come l’atletica. Ho preso una posizione netta anche sul progetto del nuovo stadio: penso che la città, oggi, abbia altre priorità».

In tribuna non era presente nemmeno , candidato per la Lista Civica e presidente del Rugby Varese: «Domenica ero proprio a vedere la mia squadra e poi non sono un grande appassionato di calcio – afferma – Sono, però, tanto contento per Gabriele (, presidente del Varese ndr), anche se preferisco suo figlio (ride ndr): gioca a rugby ed è pure bravo».
La polemica sulle maglie targate Tigros non lo tocca: «Mi limito a dire che mi fa molto piacere vedere che a Varese c’è gente che ha a cuore lo sport, sia personalmente, sia come famiglia. E lo ha dimostrato in tempi non sospetti. Spero che questo interessi perduri anche nel futuro e non solo in questi mesi». E poi aggiunge: «Fossi eletto sindaco continuerei a spendermi per lo sport dilettantistico, come faccio da anni. Perché possiede una grande valenza sociale. Quello professionistico, invece, è una realtà molto diversa: è business e va lasciato a società che devono essere gestite come delle vere aziende, quindi in grado di affrontare da sole i problemi».

Sentiamo , candidato con la sua Varese Civica: «Domenica sono stato invitato da , ma ho preferito stare vicino a mia madre che in questo periodo ha qualche problema di salute. E poi c’è un altro motivo: non mi piace salire sul carro dei vincitori. Ciò detto sono molto felice per il Varese: all’inizio lo avevo criticato, ma in questi mesi ha fatto un lavoro che mi ha molto appassionato. Verrò al Franco Ossola nelle prossime settimane». La polemica: «Orrigoni, persona che conosco da 30 anni, non aveva alcuna ragione di far saltare gli accordi già presi solo perché ora si è candidato alle elezioni. A lui e alla sua famiglia va tanto di cappello per il contributo dato al Varese. Mi sembra assurdo politicizzare quanto accaduto».
Badoglio farebbe per il Varese ciò che ha fatto Fontana? «Certamente, perché nella nostra città lo sport è gloria, e non solo il calcio. Io addirittura vorrei un consorzio di imprenditori che possa attivare tutte le discipline e unirle. Fontana, da sindaco, da cittadino e da persona che ama lo sport, ha fatto bene a spendersi».