Rispetta e ama i tuoi compagni. Non essere in ritardo. Esci quando vuoi ma mai prima di una partita. Dimmi tutto. Sono qui per aiutarti a realizzare il tuo sogno. Divertiti. Ve li ricordate? Esatto: sono i “sei comandamenti” che Pozzecco appese sul muro dello spogliatoio il primo giorno di allenamenti. E sembra essere passata una vita. Erano tempi in cui il Poz era il Re Mida del nostro basket e tutto quel che toccava si trasformava in oro. Erano giorni in cui tutti gli occhi stavano puntati fissi su Varese, in attesa di una storia da raccontare. Quelle sei regole – splendide nella loro semplicità – ci erano piaciute, ci avevano gonfiato di speranza ci sembravano la cosa più bella che potesse capitare. Ecco perché oggi mastichiamo amaro nel constatare che nessuno di quei comandamenti è stato rispettato.Esageriamo? Probabile: è che di questi tempi vediamo davvero tutto nero e ci risulta difficile voltare la testa e ignorare quello che la realtà ci sta propinando. La Pallacanestro Varese sta rischiando grosso: di retrocedere, e pure di ripiombare indietro di qualche anno. Quando l’incertezza verso il futuro faceva più paura di qualsiasi sconfitta.Esageriamo? Probabile. Però se ce ne frega così poco di quello
che succederà oggi in campo (sarà difficilissimo vincere, anche se questa squadra ha dimostrato che lontano da Masnago può giocare tranquilla e allora chissà). E ce ne frega poco perché una vittoria o una sconfitta oggi non cambierebbe molto nel nostro pessimismo cosmico. Vediamo nero perché Daniel (che rifiuta di dare la mano a Kangur, che fa nottate brave a Milano e piglia una multa dietro l’altra) è una tremenda zavorra che rischia di trascinare tutto verso il fondo. Bisognava liberarsi di lui al posto di tagliare Robinson ma non c’erano le alternative, bisogna liberarsene ora ma non ci sono i soldi. Poi, una volta che ce ne saremo liberati, qualcuno ci spieghi cosa è successo dopo la prima partita dell’anno quando Daniel zompava e si buttava in tribuna a recuperare i palloni. Perché quel giocatore lì non l’abbiamo più rivisto.Vediamo nero perché ultimamente si è parlato troppo e qualche volta pure a sproposito, andando oltre il proprio ruolo e facendo intendere delle crepe all’interno della società che sono molto pericolose.Vediamo nero perché quei sei comandamenti sono stati tutti traditi e soprattutto è stato tradito l’ultimo: divertiti. Che significava anche “fai divertire”, e qui non si sta divertendo più nessuno. Che occasione sprecata.