I cuori biancorossi attorno a Bettinelli

Stamattina alle 10.30 al Franco Ossola il Betti dirigerà il primo allenamento dopo il suo ritorno. Domani forse arriva anche Landini. Silvio Papini vicepresidente: questa è la nostra vittoria più bella

«Ritorno con grande entusiasmo, ma questo non è un ritorno. Perché anche quando non c’ero il mio cuore era lì con i giocatori». Le parole sono di Bettinelli (oggi alle 10.30 il suo primo allenamento al Franco Ossola), e il pezzo si potrebbe chiudere qui: perché c’è dentro tutto e anche di più. Ma soprattutto c’è dentro la risposta alla domanda che si stanno facendo tutti. «Basterà il Betti per centrare un’impresa impossibile?».

Noi non lo sappiamo se basterà. Sappiamo però che se c’era un modo per provarci, un pertugio in cui infilarsi, un barlume di luce nel buio più pesto ora è stato trovato. Non lo sappiamo se basterà, ma sappiamo che adesso si morirà prima di dire che è finita. E coi tempi che corrono, basta e avanza. Perché per trascinare il Varese verso questa rincorsa disperata non è stato chiamato solo Bettinelli. No, ecco: Bettinelli davvero non è solo. Intanto ieri ci sono venuti un po’ di brividi – siamo nostalgici e romantici – nel vedere l’immagine del Betti a Coverciano inquadrato insieme a Castori e Sannino. Parlavano fitto, quei tre, e potete giurarci: parlavano del Varese.
E poi, c’è Spartaco Landini: ritornato finalmente a casa dopo tre mesi e mezzo di lotta, ritornato convinto che la lotta non finirà mai. «Se c’è una possibilità noi ce la giochiamo» deve aver detto. Lui che in questi mesi è sempre stato vicino a Bettinelli, nel bene e nel male. Lui che domani sarà a Masnago e metterà piede nel suo spogliatoio. Lui che ha confidato di essere stato colpito da tre cose, qui a Varese: la purezza d’animo di Bettinelli, lo spogliatoio dove vivono i suoi ragazzi, il fatto di sentirsi amato e in famiglia anche se qui c’è stato pochi mesi.
Lui che ha promesso a Papini di giocare una delle famose partitelle “cinque contro cinque” al giovedì: «Papo, non marcarmi troppo stretto però».

Già, Papini. Sarà il nuovo vicepresidente e questa è la vittoria che a noi, personalmente, fa più piacere. Perché lui questi Varese l’ha fatto nascere e lui da questo Varese non se n’è mai andato. Qui a sporcarsi le mani, a risolvere i problemi dei giocatori, ad andarli a prendere in aeroporto e a trovarli in ospedale. E che cosa sia il Varese per Silvio Papini l’ha scritto sua figlia Laura sulla bacheca di Facebook. “Oggi inizia la nostra corsa alla salvezza. Finalmente il Varese a chi al Varese davvero ci tiene, a chi sa cosa vuol dire amare questi colori, a chi li ha cuciti addosso a chi sa lottare. Non sarà una corsa facile, ma per noi del Varese non lo è mai stato. Felice per il ritorno di Ambrosetti e del Betti, felice per te papà che in questa squadra hai sempre creduto tu da quel carro non sei mai sceso. Un po’ come in un matrimonio: nella buona e nella cattiva sorte. La via più facile non è mai stata la tua, tu sei quello che dietro una porta chiusa si aspetta sempre e solo che ci sia qualcosa di bello.Ti voglio bene e buon lavoro: a te e a tutta la grande famiglia biancorossa”.
Serve altro? No, non serve altro. Qualcuno in queste ore dice (scrive) che attorno al Varese c’è casino e approssimazione. A noi invece pare (e lo scriviamo) che tutto sia finalmente in ordine. E adesso basta: andiamo a provarci, tutti insieme.