I diritti Lgbti segno di civiltà. Difesi anche dalla destra

L’editoriale di Marco Tavazzi

«Giorno dopo giorno, da anni, stiamo subendo il decadimento dei nostri valori quali l’uguaglianza tra uomo e donna, la libertà di opinione e di parola, la tolleranza dell’omosessualità. Tutto questo è in grave pericolo».

La società italiana è profondamente divisa nella tutela dei diritti Lgbti sull’asse destra-sinistra. A sinistra li difendono, la destra è, con rarissime eccezioni, contraria al riconoscimento delle Unioni civili. Non parliamo dei matrimoni egualitari.

Questo non avviene in altre parti d’Europa, dove i matrimoni gay fanno persino parte della cultura politica della destra più radicale. Le parole citate all’inizio sono di Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà, la formazione olandese posizionata molto a destra, con un programma euroscettico e assolutamente contrario all’immigrazione selvaggia. Wilders, che ha tra i suoi ispiratori Pim Fortuyn (leader politico omosessuale ucciso nel 2002), anzi, vede in un certo tipo di immigrazione un rischio per i diritti Lgbti, dal momento che molti migranti provengono da Paese dove l’omosessualità è perseguitata. E quindi sono di fatto portatori di una cultura spesso maschilista, patriarcale e discriminatoria verso i gay.

In Italia una destra laica, liberale e a difesa dei diritti degli individui, delle persone, non è mai esistita. Forse poteva nascere con Gianfranco Fini. Purtroppo, per colpa soprattutto delle sue scelte strategiche sbagliate, questo non è stato possibile.

Eppure, sono tantissimi gli italiani che si ritroverebbero, se solo ci fosse, in una destra che non sia permeata dal bigottismo e dal falso moralismo.

Il punto è quello di uscire dal concetto vetusto, antico e liberticida del patriarcato. Il concetto per cui l’essere maschile, portatore di virilità, sia il dominatore della società.

Anche perché il rischio di regredire ad uno stato di civiltà arretrato è molto alto: mi accuseranno di essere semplicista, ma negare i diritti Lgbti potrebbe essere il primo passo per arrivare a togliere il diritto al divorzio, all’aborto, e poi magari a togliere anche il voto alle donne. Se sembrano conquiste ormai assodate, dobbiamo ricordare che anche la democrazia è venuta meno in molti Paesi che prima erano democratici. La storia del Novecento lo dimostra e andrebbe letta con maggiore attenzione.

Nell’Italia repubblicana abbiamo avuto almeno un chiaro tentativo di golpe antidemocratico. No, la democrazia e la libertà non sono conquiste scontate. L’oscurantismo è dietro alle porte.

La dittatura del più forte. Invece una società di diritto, che sia europea, deve difendere le conquiste sociali che tutelano l’individuo e gli danno l’opportunità di accrescere la sua persona e di realizzarsi in modo compiuto.

Non c’è nessun sovvertimento dell’ordine naturale nel riconoscere l’omosessualità, che è sempre esistita e fa parte della natura umana. L’umanità, poi, nel momento in cui cresce e si struttura è giusto che si dia delle regole. E se l’omosessualità fa parte della civiltà umana, è giusto che sia regolamentata. E che venga difesa in uno Stato di diritto. La destra olandese questo l’ha capito.

Concedetemi un passaggio sullo ius soli, sul quale si sta ampiamente dibattendo in questo periodo, per via della proposta di legge in Parlamento. Sono fortemente contrario. Nessuno nega diritti ai figli degli stranieri, che potranno poi fare un percorso per ottenere la cittadinanza.

Applicare lo ius soli espone la nostra repubblica a seri rischi di governabilità, in un futuro.

E restando in tema di diritti Lgbti rimane il rischio di aprire le frontiere a migranti che non rispettino la nostra cultura e i nostri valori. Diritti Lgbti compresi.

Se prima ho criticato la destra italiana, ora devo farlo con la sinistra, che pur di essere buonista dimentica che l’omofobia è molto diffusa in molti Paesi dai quali i migranti provengono. E che l’immigrazione, per questo e per tantissimi altri motivi, va governata, regolamentata e soprattutto limitata nei numeri, con quote massime di ingressi, ed effettiva opera di integrazione. L’integrazione vuol dire che i migranti accettano il nostro modo di vivere e i nostri valori. I diritti Lgbti devono essere tra questi. Come l’uguaglianza tra uomo e donna. Il rispetto di tutti e dei sacrosanti diritti civili di tutti.