I dissidenti che bloccano le decisioni

Ma la democrazia non è forse fondata sul principio di maggioranza, che delega il potere di legiferare a rappresentanti eletti a suffragio universale? Allora perché le decisioni prese da costoro non diventano operative punto e basta? Al contrario, ogni volta che emanano una legge, quattro (quattromila o quarantamila fa lo stesso) scalmanati dissidenti, che quasi certamente hanno votato e accettato quelle regole, riescono a bloccarla se non a demolirla con sgangherati cortei o eccentriche occupazioni di torri, stazioni, scuole o cattedrali? Cresceranno mai gli italiani o resteranno per sempre bambini capricciosi? Altrimenti la democrazia è meglio lasciarla perdere, almeno per coerenza. Io, che sono cresciuto poco ma abbastanza, non collaboro a questa pagliacciata e non voto!

Guido Martinoli

La percentuale dell’astensionismo, se si votasse oggi, sarebbe assai alta. Tra i disertori delle urne e quelli che depositerebbero nelle medesime una scheda bianca, si sfiorerebbe il trenta per cento. Una quota cui va aggiunto il numero degl’indecisi, rilevante anch’esso. Indecisi non solo per chi votare, ma se votare oppure no. Questo è lo stato della fiducia verso la politica cui la politica ci ha ridotto. E tuttavia non altro che con la politica si può sperare di rinnovare la politica. Con i mezzi che le regole democratiche garantiscono. Con il realismo: andarsene dal campo significa perdere la partita. Perderla male, senz’aver giocato. In questo devono crescere gl’italiani: nella consapevolezza che le deleghe di rappresentatività van date meditando, e non facendosi abbindolare dagli spottoni degl’imbonitori di professione. Quanto alle proteste di fronte al devastante degrado d’ogni tipo nel quale viviamo, non sembrano classificabili come capricci. Semmai come reazioni indotte dai capricci (capricci è un eufemismo) di quelli che non dovrebbero permetterseli. E che invece danno luogo, essi sì, a una pagliacciata dopo l’altra non facendo ridere nessuno e facendo piangere le tasche di tutti.

Max Lodi

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