I docenti bocciano l’incontro con Vannacci, la Cgil: “Decisione legittima e democratica”

Il Collegio Docenti dell'Istituto Superiore Newton di Varese ha suscitato un ampio dibattito con la sua decisione di bocciare un incontro con l’eurodeputato Roberto Vannacci (foto d'archivio)

VARESE – Il Collegio Docenti dell’Istituto Superiore Newton di Varese ha suscitato un ampio dibattito con la sua decisione di bocciare un incontro con l’eurodeputato Roberto Vannacci, previsto nell’ambito dei percorsi di educazione alla cittadinanza. La delibera è stata approvata con una netta maggioranza dell’82% dei docenti, che hanno ritenuto inopportuno coinvolgere un politico in un momento educativo.

Secondo il Collegio Docenti, la scelta non riguarda un giudizio sulla persona di Vannacci, ma è un atto dovuto per tutelare l’integrità educativa della scuola. L’incontro è stato considerato non conforme al percorso di crescita degli studenti, non solo per ragioni didattiche e pedagogiche, che in quel caso risultano non certificate, ma anche per evitare che la scuola venisse utilizzata come strumento di strumentalizzazione politica e mediatica.

La scuola, infatti, rappresenta il pilastro della società democratica e gli insegnanti, con la loro formazione specialistica, sono i professionisti più indicati per indicare ai giovani quali siano i percorsi educativi più adeguati ai principi della nostra Costituzione. La decisione del Collegio, spiegano i docenti, è frutto di un ampio confronto democratico, nel quale sono stati rispettati i ruoli e le responsabilità didattiche.

La CGIL di Varese sostiene pienamente la legittimità di tale decisione, pur invitando a rispettarla anche da chi non la condivide, senza ricorrere a polemiche inutili o a letture distorte della vicenda. “Molto rumore per nulla”, affermano dal sindacato, sottolineando che, in un’epoca di crescente polarizzazione, la democrazia e il confronto democratico sembrano suscitare spesso più scalpore rispetto ad atteggiamenti autoritari e silenziosi di alcuni settori politici.

La vicenda solleva interrogativi importanti sul ruolo della politica nella scuola e sulla necessità di salvaguardare l’autonomia educativa degli istituti, ponendo l’accento sul fatto che la scuola deve restare uno spazio neutrale e indipendente, dove le decisioni educative sono basate su competenze e principi democratici, piuttosto che su influenze politiche esterne.