I grassi NON vanno eliminati dalla dieta

Al contrario di quanto si possa pensare, eliminare solamente i grassi dalla dieta non aiuta a perdere peso. Il punto focale è concentrarsi sulla qualità dei lipidi che si vanno ad introdurre

Molto spesso, mi sento dire in ambulatorio “dottoressa, ma io mangio bene, non condisco neanche i cibi, non uso olio, eppure non riesco proprio a perdere peso!”.

Al contrario di quanto si pensa, eliminare i grassi (lipidi) dalla dieta, non ci aiuta nella perdita di peso, se il nostro regime dietetico non è ipocalorico. Questo significa che il nostro dispendio energetico (quello che consumiamo) dev’essere più alto dell’energia che introduciamo con l’alimentazione. Solo in questo modo, sarà possibile “perdere peso”, e non eliminando un intero gruppo alimentare.

I lipidi dovrebbero coprire il 25-30% dell’energia totale giornaliera, quindi una percentuale più alta rispetto, per esempio, alle proteine, che dovrebbero stare invece tra il 10 e il 15%.

Ed è abbastanza semplice, in realtà, arrivare a questa percentuale, perché i grassi non sono solo il condimento che noi aggiungiamo, ma sono anche contenuti all’interno degli alimenti stessi.

Il punto focale è concentrarsi sulla qualità dei lipidi che andiamo a introdurre.

Infatti, una delle principali classificazioni dei grassi è la suddivisione in “saturi”, contenuti prevalentemente negli alimenti di origine animale: burro, strutto, formaggi, carne… ma anche ad esempio nella margarina, sono responsabili dell’aumento del colesterolo nel sangue e “insaturi”, che si trovano sia in alimenti animali sia vegetali, e aiutano all’abbassamento del colesterolo circolante.

I grassi insaturi vengono ulteriormente suddivisi in “monoinsaturi” contenuti negli oli vegetali, nell’avocado e “polinsaturi” presenti all’interno del pesce, specialmente quello azzurro, e della frutta secca, tra questi troviamo i famosi omega-3, omega-6 e omega-9.

La maggior parte dei lipidi che introduciamo dovrebbe derivare dalla categoria degli insaturi (10-15% dai monoinsaturi e 10% dai polinsaturi), mentre l’energia proveniente dai grassi saturi dovrebbe categoricamente restare al di sotto del 10%.

Le funzioni dei grassi sono molteplici ed essenziali per il nostro organismo, tra cui fornire energia, proteggere e sostenere gli organi, migliorare la salute della membrana cellulare, collaborare alla “costruzione” di molecole vitali come gli ormoni e l’emoglobina, favorire la crescita dell’organismo, trasportare importanti messaggi e veicolare vitamine liposolubili.

Ma come aumentare l’assunzione di grassi buoni nella dieta? Ecco delle indicazioni pratiche:

  • Preferire l’utilizzo dell’olio extra vergine di oliva rispetto al burro;
  • Aggiungere il condimento a crudo, evitando di alterarlo troppo con le alte temperature che si raggiungono in cottura;
  • Consumare almeno 3 volte a settimana pesce, fresco o surgelato, prediligendo particolarmente quello azzurro;
  • Mangiare spesso durante la settimana frutta secca come noci o mandorle;
  • Insaporire le insalate con semi vegetali;
  • Consumare da 2 a 4 uova a settimana, scegliendo uova di galline allevate a terra;
  • Ridurre il consumo di merendine confezionate, snack o alimenti preconfezionati;
  • Limitare il consumo di formaggi grassi, salumi e carni rosse;
  • Preferire cotture semplici come quella al vapore o al forno.

Seguendo queste semplici indicazioni e variando il più possibili le fonti alimentari, saremo certi di coprire il fabbisogno di questi nutrienti fondamentali per la nostra salute e per il corretto svolgimento delle funzioni vitali.

CREA (2019). Linee Guida per una sana alimentazione (Edizione 2018). Bucciante, Giuseppe (2018). 
Scienza dell’alimentazione e nutrizione clinica. Piccin Cornelli, Umberto. (2016). Dietologia. Piccin. 
SINU. (2014). Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana–IV Revisione. Società Italiana di Nutrizione Umana.

Laura Nardi - biologa nutrizionista