Perché la voglia di cambiare? Perché la gente è stufa di tanta immondizia e ha bisogno di pulizia. Vuole essere governata da persone oneste che non ambiscono alle poltrone solo per i propri interessi.
Perché la politica finora ha solo impedito una sana e corretta Amministrazione della cosa pubblica, ha bloccato la “legge anticorruzione” e ha impedito di cancellare la legge berlusconiana che tutela il “falso in bilancio”, inoltre continua a rinviare la riforma dell’attuale vergognosa “legge elettorale”.
Perché la politica ha sempre alimentato la corruzione e lo sperpero delle finanze pubbliche e ha commesso molti altri errori e peccati.
Giovanni Dotti
La politica ha ricevuto un’infinità di segnali che le domandavano (la pregavano) di correggersi, emendarsi, scusarsi. Non li ha raccolti.
Al massimo, ha fatto finta di raccoglierli. Sarebbe bastato qualcosa, non necessariamente un granché, per far intendere d’aver capito: cambiare la legge elettorale, fissare un numero ridotto di mandati parlamentari, dimezzare i seggi di Camera e Senato, negare l’eleggibilità ai condannati, abolire le Province, eliminare stipendi fastosi, privilegi indecenti, sprechi vergognosi. Non era davvero un granché: era il minimo che si poteva (doveva) fare nell’attesa di fare il massimo. Cioè di risanare il Paese.
È arrivata qualche balbettante risposta, ma è rimasta inevasa la richiesta di fondo: cambiare la faccia dell’Italia.
Per questo gran parte degl’italiani s’è ribellata o esprimendo un voto di protesta o non andando a votare. Soprattutto non andando a votare. È l’astensionismo adesso il fenomeno che preoccupa di più: significa sfiducia, disamore, rifiuto. Cioè il peggio per chi voglia provare a rialzarsi.
Gl’italiani aspettano d’essere rimotivati ad andare alle urne, i partiti temono nuove bocciature. Non potendo cambiare gl’italiani, bisognerà cambiare i partiti. Che stanno già pensando all’operazione, con fiuto gattopardesco.
Max Lodi
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