I prezzi dell’energia quadruplicati, ma anche quelli dei voli aerei e dei generi alimentari schizzati alle stelle

I dati statistici dei rincari lanciati dall'Associazione Nazionale Consumatori indicano una situazione di assoluto allarme

Che il costo della vita ultimamente sia diventato insostenibile non è un mistero. Ma a quanto ammonta il prezzo che gli Italiani stanno pagando per la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica?
A pagarne un duro prezzo non solo le bollette per il costo dell’energia che segna un prezzo record col +329% rispetto a solo un anno fa, ma anche i viaggi, come i voli internazionali che in un anno hanno fatto registrare un aumento addirittura del +113,2%.
L’inflazione incide sempre più sul carrello della spesa con alimenti di prima necessità quali burro (+42,9%), zucchero (+35,9%), riso (+30,6%) che sono giunti ormai al top per rincaro, dall’ottobre 2021.

L’allarme dall’Unione Nazionale Consumatori

A lanciare l’allarme è l’Unione Nazionale Consumatori, nella persona del presidente Massimiliano Dona, che si fa portavoce delle istanze dei cittadini italiani presso il nuovo governo

«Chiediamo – dichiara – che il Governo Meloni rinvii la fine scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il primo gennaio 2023, e che intervenga anche su quello della luce, visto che per le microimprese scade il primo gennaio 2023. In un momento di prezzi impazziti serve mantenere sia il ruolo di Acquirente unico che di Arera, per la fissazione dei prezzi di riferimento, una funzione che, come dimostra il divario tra il libero e il tutelato, è fondamentale».

Anche pane, latte, pasta e uova nella top list dei rincari

Basta fare un giro al supermercato per rendersi conto che non ci sia prodotto esente da rincaro. Ma la cosa incredibile è che a essere coinvolti sono soprattutto beni alimentari di prima necessità come il pane (+15,9%), il latte (+29,4%), la margarina (+28,2%), farina (+23,7%), ortaggi e frutta (+25,1%). Per non parlare della pasta e dei suoi preparati (+22,5%) e delle uova (+18,7%), il latte fresco parzialmente scremato (+18,3%), e carni solitamente economiche come il pollame (+18%), o ancora vegetali surgelati (+15,3%) e latte fresco intero (+14,8%).

«Non solo l’inflazione non rallenta la sua corsa – afferma Dona – ma accelera in maniera esponenziale, con un balzo del 3,5% in appena un mese, che in termini di aumento del costo della vita significa una stangata a famiglia pari in media a 975 euro su base annua, 107 per cibo e bevande, 874 per abitazione, elettricità e combustibili. Se poi si considera l’inflazione tendenziale, pari a +11,9%, la mazzata annua vola in media a 3.324 euro, 2016 per l’abitazione, 761 per mangiare e bere».


Sarà un lungo inverno a venire…