I cento anni di Ginetta Bellotti, una nonna con la marcia in più. È stata una delle prime tre donne bustocche con la patente di guida e ha festeggiato al bar sotto casa con una bottiglia di champagne. «Il segreto della longevità? Pane, salame e birra». Grande festa ieri per Luigia Bellotti Tosi, conosciuta da tutti come “Gina” o “Ginetta”, che ha toccato il traguardo del primo secolo di vita. Nata il 19 giugno del 1916, ha tre figli maschi (Enrico, Massimo e Silvio), quattro nipoti (Matteo, Filippo, Nicola e Marta) e una bisnipote, la piccola Viola. Una vita da casalinga, con una parentesi da commerciante, quando aveva aperto una negozio di oggettistica per l’arredamento in via San Gregorio. Ieri mattina nella sua abitazione di via Ponchielli, al centro del quartiere dei Frati (dove si è trasferita da pochi anni, dopo aver cambiato casa più volte, da via Pisacane a piazza Garibaldi, per citare le ultime), ha accolto la visita del neo-eletto sindaco Emanuele Antonelli, alla sua prima consegna di targa e mazzo di fiori ad una centenaria, gesto ormai caratteristico per il suo predecessore Gigi Farioli. «Intendo continuare questa tradizione» fa sapere Antonelli. Da parte sua niente canzoni, ma un brindisi a base di Prosecco, insieme a i familiari di nonna Ginetta, apparsa in formissima nonostante la stampella in vista di un intervento ad un’anca programmato tra 20 giorni. «Va ancora a fare la spesa da sola, va al bar e beve anche alcolici – raccontano i figli – solo
per due ore alla settimana ha in casa una donna delle pulizie». Perché, racconta la stessa Ginetta, «le donne di servizio non le sopporto». Al “Paredi”, il bar sotto casa, l’hanno festeggiata con un aperitivo a base di salame e stappando una bottiglia di champagne. Nonna Ginetta è sempre stata “sprint” fin da giovane, quando fu una delle prime donne bustocche a prendere la patente di guida: «Eravamo in tre in tutta la città – racconta Luigia Bellotti – così a 21 anni e mezzo, papà mi regalò una Lancia fuoriserie rossa decapottabile. Quando arrivavo ad un incrocio, allora c’era il vigile urbano sul predellino, dava l’alt a tutti e mi faceva passare. Ma il mio divertimento più grande era andare a prendere mia sorella a scuola, e vedere tutti i ragazzi con gli occhi fissi verso la macchina. Ci tenevo a metterla in mostra, eccome». E ha guidato fino all’età di 95 anni. Se le chiedete qual è il segreto di tanta longevità, vi risponde, senza esitazione: «Pane, salame e birra». Ad un po’ di “spirito”, letteralmente, alla sera non ci rinuncia: il Campari per l’aperitivo ma pure qualche sorso di whisky («con la panna montata, che buono» strizza l’occhio nonna Ginetta). Così come non ha rinunciato a qualche giocata al casinò: «Ci andavo con un’amica – racconta – mi piaceva da matti lo “chemin”, non la roulette». E i figli scherzano: «Non lo ammette, ma sotto sotto punta al record della donna più anziana d’Europa, la 116enne di Verbania».