Identità e alterità, in un continuo scambio di punti di vista, codifiche e decodifiche. Questo il soggetto di «Soft in soft out», la mostra che Pier Giorgio Di Pinto ha appositamente studiato per lo spazio Riss(e) di via San Pedrino 4 dove sarà inaugurata sabato 21 settembre alle 18.
In generale tutta l’opera di De Pinto si concentra sul rapporto tra rappresentazione e concetto, all’interno di una società dell’immagine in continuo mutamento alla ricerca di una nuova identità. In particolare, «a partire dagli anni ’60, le nuove tecnologie in parte sostituiscono l’uomo concettualizzando il suo fare. Ed è così che una nuova estetica dell’arte – e del fare – si affaccia e si materializza», si legge nella presentazione della mostra. In una realtà in cui gli aspetti creativi sono sempre più affidati a mediatori tecnologici la domanda è: «Le macchine e le tecnologie telematiche hanno davvero influenzato il linguaggio artistico in senso estetico?».
Nel tentativo di dare una risposta a questo quesito, De Pinto presenta a Varese una mostra trans-disciplinare, com’è nel suo stile, fatta di disegni e videoinstallazioni, in cui identità e alterità si affrontano giocando con lo spazio di Riss(e) come luogo di incontro e di scontro tra identità e alterità, tra chi parla e chi interpreta, tra il segno interpretato e quello interpretante, in uno spostamento continuo e reversibile del punto di vista. La mostra rimarrà allestita sino al prossimo 18 ottobre, visitabile su appuntamento al 335 805 1151.
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