L’idrogeno verde si candida sempre più seriamente a diventare la nuova frontiera della mobilità sostenibile. E se il settore automobilistico è ancora in fase di sperimentazione, è in ambito ferroviario che questa rivoluzione energetica sta già dando frutti concreti. A illustrarlo è stato lo studioso Pio Parma, durante il Workshop organizzato da La Prealpina, portando come esempio il Coradia Stream H: il primo treno a idrogeno progettato per l’Italia da Alstom, destinato a percorrere la tratta Brescia–Iseo–Edolo.
Finanziato con 97,2 milioni di euro attraverso il PNRR, il nuovo convoglio andrà a sostituire i vecchi treni a combustibile fossile. Dopo la fase di collaudo, entrerà in servizio commerciale lungo la linea non elettrificata di Ferrovie Nord, portando in Val Camonica un esempio tangibile di transizione ecologica su rotaia. Il Coradia Stream H rientra in un progetto più ampio, H2iseO, che punta a trasformare il territorio bresciano nella prima Hydrogen Valley d’Italia.
I vantaggi per l’ambiente sono evidenti: questo treno è a zero emissioni dirette di CO₂, grazie all’utilizzo di celle a combustibile alimentate a idrogeno, con un’autonomia di oltre 600 chilometri. Si tratta di un passo importante verso l’obiettivo europeo di ridurre del 100% le emissioni di CO₂ entro il 2050.
Ma l’idrogeno verde non è l’unica soluzione sul tavolo quando si parla di carburanti alternativi. Sempre più attenzione viene rivolta anche agli e-fuels, ovvero combustibili sintetici ottenuti combinando idrogeno verde e CO₂ catturata dall’atmosfera o da impianti industriali. Utilizzabili nei motori a combustione interna, permettono una neutralità carbonica, poiché la CO₂ emessa durante l’uso è pari a quella utilizzata per produrli. L’Italia, come la Germania, sostiene con convinzione questa tecnologia, che potrebbe garantire una transizione graduale senza sacrificare gli attuali motori a combustione.
Su questo fronte, anche l’Europa si prepara ad aprire nuove strade: la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha annunciato una revisione delle normative entro il 2026 per riconoscere la neutralità tecnologica. In altre parole, non sarà più obbligatorio puntare solo sull’elettrico per raggiungere l’obiettivo “emissioni zero”.
Intanto, anche il Varesotto si muove. A Cairate, sui resti dell’ex cartiera Vita Mayer, è stato avviato il progetto H2 Olona Hydrogen Valley, promosso da Expand. L’obiettivo è ambizioso: produrre 600 tonnellate di idrogeno all’anno, creando un polo innovativo nel cuore della Lombardia. Un’iniziativa che sembra dare forma concreta al sogno coltivato anni fa a Busto Arsizio dall’ex assessore Giorgio Mariani, che aveva già promosso l’idea di un bacino dell’idrogeno nell’area di Malpensa.
Insomma, dalla Val Camonica a Cairate, passando per l’impegno europeo sugli e-fuels, l’Italia sta tracciando una strada chiara verso un futuro energetico più pulito e diversificato.