Varese vanta un giallista di fama internazionale autore di bestellers. È conosciuto, in Italia e all’estero, con l’acronimo G. L. Barone. È nato a Varese nel 1974, ha una laurea in giurisprudenza, è appassionato di economia e nel tempo libero suona in un gruppo heavy metal. Barone pubblica con la casa editrice Newton Compton ed è autore di: “La cospirazione degli illuminati”, “Il sigillo dei tredici massoni”, “La chiave di Dante” e “I manoscritti perduti degli illuminati”. “La chiave
di Dante”, caso editoriale con vendite a quattro zeri, è uscito una settimana fa negli Stati Uniti, in Australia e in Inghilterra, con il titolo Dante’s Key. Gli altri libri sono già stati tradotti in portoghese e in spagnolo. Nel 2012, con la prima versione ebook de “La cospirazione degli Illuminati”, Barone ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico diventando un autore bestseller su Apple iTunes e rimanendo nella top ten di Amazon per oltre sei mesi.
Ah, questa è una storia che meriterebbe un romanzo a sé. Nel 2012 avevo “autopubblicato” su internet la “Cospirazione degli Illuminati”. In quel periodo uscivano i primi iPad e Kindle di Amazon. Fui uno dei primi a dare la possibilità di scaricare un libro italiano. Lo vendevo a 99 centesimi e tutti lo compravano. Così sono arrivato nella top ten di Amazon e l’editore Newton Compton mi ha cercato.
Parto da eventi reali e su quelli costruisco una storia di fiction. In tutti i romanzi vi è una cospirazione di fondo, come lo spionaggio internazionale o le teorie economiche del signoraggio. Per il resto, gli ingredienti sono quelli classici del thriller: omicidi, indagini e misteri.
“I manoscritti perduti degli illuminati” inizia con un attentato in una casa d’arte. Ma gli atti terroristici, che ricorreranno anche nei libri in uscita nel 2017, sono spesso una scusa, mai il centro della storia. Nei miei prossimi romanzi gli jihadisti metteranno a segno un attentato all’Onu. Ma posso garantire che i cattivi dei miei libri sono molto più cattivi dei terroristi. Anzi: spesso i terroristi sono funzionali ai disegni di poteri più forti e occulti.
I miei libri sono basati su un grande lavoro di ricerca, ma io mi concentro in primo luogo sull’azione di finzione, quindi su inseguimenti, omicidi e personaggi inventati. La parte di ricerca è reale, si basa su saggi e inchieste, ma sta sotto, non è fondamentale nell’intreccio. Ho vinto una battaglia se i lettori, terminata la lettura del libro, vanno a cercare qualcosa di più degli argomenti di cui parlo.
“La mappa della città morta” e “La profezia del libro perduto”, entrambi appena usciti con Newton Compton Editori.
“La Chiave di Dante” parla della Divina Commedia, che ha una parte scritta in italiano volgare. Alcune scene del libro sono ambientate nella candida rosa dei beati, che è stata tradotta con “white rose”, come nella traduzione ufficiale della Divina Commedia. Non me ne intendo molto, ma questo dettaglio mi fa pensare che la traduzione sia di quelle fini.
Quando ho una storia in mente vado sempre nei luoghi dove è ambientata. Per il libro che uscirà nel 2017 sono andato in Amazzonia. Presentazioni all’estero non ne ho mai fatte, ma ci sono lettori che, su Facebook, mi mandano da Spagna e Portogallo le loro foto con il mio libro in mano. Altri, invece, mettono un like sulla mia pagina».