Il cane gourmet dello chef va matto per polenta e sarde

VARESE Si chiama Galileo ed è il cane “del rione”. O meglio, è il cane che considera il rione il suo giardino. Del resto, Galileo è un nobile. Un labrador chocolate di due anni proveniente dal prestigioso allevamento San Nicolò Ponte sul Mincio. È di proprietà del ristorante Da Annetta dove ha imparato il gusto del cibo prima della capacità di fare la guardia. Se vaga per il rione, infatti, è per chiedere il bis e il tris di pappa. Quella nella ciotola non gli basta mai. «Va in giro così tanto perché è un gran goloso – racconta il padrone Massimo De Lodovici – Mangerebbe tutto il giorno e quando svuota la ciotola sente ancora appetito. È insaziabile». Galileo, da intenditore qual è, ha fiuto per la cucina lombarda. Non è mai mancato al circolo di Capolago, soprattutto in quelle giornate particolari dove gli ex gestori cucinavano piatti tipici. Gli piace tutto, polenta e sarde comprese. Il suo secondo vizio sono gli amici. Durante il giorno passa a salutare tutti i cani del quartiere che lo aspettano dietro alle cancellate dei loro giardini. C’è chi abbaia sentendolo arrivare, chi si mette a guaire, ma quando giunge nei pressi del cancello è tutto uno scodinzolare

reciproco. E poi ci sono gli amici umani: nessuno nel rione ignora il nome del cane e c’è chi lo fa entrare in casa propria per dargli la sua razione giornaliera di coccole. Galileo non chiede attenzioni, le pretende. Con la spavalderia del “feudatario”, bussa alle diverse porte per ritirare quanto gli spetta e non se ne va fino al momento in cui non è soddisfatto. Impossibile resistere al fascino dei suoi occhioni. Persino l’autista del bus, una volta arrivato a capolinea, scende dal posto di guida per fargli una carezza. «Galileo non è un cane aggressivo – assicura De Lodovici – Non ha mai combinato alcun guaio. Solo da cucciolo si è divorato un po’ di oggetti che avevamo in casa». I padroni, nella speranza di farlo diventare papà, hanno provato a presentargli cagnoline del suo rango. Si trattava di bellissime labrador dal pelo lucido e dallo sguardo dolce. Ma a Galileo non importa nulla del pedigree, lui cerca l’amore, quello disinteressato e vero. E chissà che non l’abbia già trovato in qualche giardino lì a Capolago. Di cuccioli simili a lui nel rione non se ne sono visti, almeno fino ad oggi. Ma forse perché assomigliano alla mamma dalla punta delle orecchie alla coda.

s.bartolini

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