Il «caso gay» spacca il Pdl Marsico-Cattaneo a muso duro

VARESE «Se qualche collega di partito crede di fare una campagna elettorale all’attacco io non cado nella tentazione». Luca Marsico, candidato alle regionali del Pdl, risponde a muso duro, pur con parole felpate, all’attacco sferrato qualche giorno fa da Raffaele Cattaneo dal palco della convention di Ville Ponti in merito alla serata dell’ala laica del partito allo Zsa Zsa. Mentre il coordinatore provinciale del partito si dice equidistante dalle due parti, il candidato liberal, seppur inderattamente, colpisce il “collega” con un chiaro riferimento al Tweet nel quale Cattaneo si era sfogato in merito alla riduzione delle indennità cinguettando «Come farò a vivere con soli quattromila euro al mese?». Così, Marsico si difenede dichiarandosi sereno in merito al confronto avvenuto con il mondo omosessuale lo scorso venerdì. «Non ho bisogno di questo mezzucci per pagarmi il mutuo, io un lavoro ce l’ho. Qualcuno forse dovrebbe valutare che tipo di ascolto offre e se questo è un ascolto diffuso o calibrato su parole che vengono solo da certe categorie di persone. Per me quella creatasi è una tempesta in un bicchier d’acqua». Poi, Marsico spiega la posizione presa nel momento in cui

ha deciso di partecipare a questo confronto, al quale sono stati invitati tutti i candidati del Pdl.«Sono un liberale di impostazione: tutte le persone meritano di essere ascoltate. Secondo me, questo è il modo di fare una politica virtuosa. Questioni legate ai matrimoni gay o alle adozioni non sono state da me toccate, ma sfiorate. Io ho la mia idea: il riconoscimento dei diritti civili ci deve essere. L’Art 3 della Costituzione sancisce che tutti siamo uguali: il principio d’uguaglianza è un principio inderogabile». E la stessa Lara Comi, che lo scorso giugno in occasione della mozione sulle Unioni civili presentata in consiglio comunale utilizzava parole simili a quelle risuonate qualche giorno fa durante l’intervento varesino di Roberto Formigon, ora intende ribadire che in merito all’apertura di un registro anagrafico per le coppie conviventi per motivi affettivi non ha cambiato opinione. «Mi opporrei ancora, gli stessi omosessuali lo definiscono una farsa perché il registro anagrafico non serve a nulla». Questo non ferma l’europarlamentare dall’affermare la sua apertura a qualsiasi tipo di confronto. «Non ho pregiudizi. Vado dove mi invitano. Ero consapevole che partecipando a questo appuntamento sarebbero arrivate delle critiche».

Il servizio completo sul giornale in edicola mercoledì 20 febbraio

s.bartolini

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