Siamo nel 2015, a Varese. Eppure i partiti di maggioranza in Comune, che hanno “dettato” al Sindaco le recenti nomine del Presidente e del Cda della Fondazione Molina, non hanno ritenuto nessuna donna “all’altezza” di sedere accanto ai colleghi uomini nell’organo di governo di questo Ente, nel quale lavorano centinaia di donne. E ciò pur in presenza di norme di civiltà giuridica che dispongono diversamente in questa materia, promuovendo
la partecipazione femminile e la parità di genere alla guida di istituzioni ed enti. Chiediamo al Sindaco di revocare il decreto di nomina appena firmato, che risulta viziato da questo insopportabile ed antistorico pregiudizio verso il genere femminile e di sanare questa mancanza che può recare offesa all’ immagine delle tante donne varesine, capaci e competenti, che si impegnano lavorando ogni giorno per il bene della comunità.
Luca Paris
Segretario PD Varese
Fabrizio Mirabelli
Capogruppo PD Varese
La vicenda della rielezione del cda del Molina è stata una pagina mediocre del contemporaneismo varesino.
Ha prevalso la logica partitica, senza che fosse tenuto conto di nient’altro, a cominciare dal merito.
Il merito principale da riconoscere era quello del presidente uscente, Guido Ermolli.
Ma i primi a non chiederne la riconferma sono stati i politici che ne proposero la nomina a suo tempo. Cioè l’Udc, determinata a candidare un altro suo rappresentante.
Gli alleati municipali, dopo un lungo dibattere lottizzatorio, alla fine han convenuto perché evidentemente gli conveniva.
Qualunque residuale valutazione, pur acconcia, è di pura accademia.
Max Lodi