Il cemento si mangia il verde Via nove campi da calcio al giorno

VARESE Ci sono le testimonianze di agricoltori e di semplici cittadini che si sono visti espropriare case e terreni per la costruzione di nuove strade.E poi le immagini di mille cantieri avviati e mai finiti a ridosso delle spiagge o nei paesini di montagna ormai disabitati. Questi gli ingredienti di “L’età del cemento” il documentario scritto e diretto dall’ambientalista varesino Mario Petitto e che è stato proiettato sabato pomeriggio nella sala di Filmstudio90. «Il consumo di suolo è un fenomeno devastante in continua espansione, ma le nude cifre spesso sono comprensibili solo agli addetti ai lavori», spiega il regista raccontando che per esempio, nella provincia di Varese, ogni giorno campi e prati perdono seimila metri quadri di verde seppelliti sotto colate di cemento che servono a costruire nuove case, nuove alloggi o capannoni, come se quelli che ci sono, spesso vuoti e abbandonati, non fossero abbastanza. É come se ogni giorno venissero cancellati dal nostro territorio nove campi da calcio: un’enormità. Non a caso Varese città, assieme alla fascia di comuni che la circondano, è una delle realtà più urbanizzate d’Italia, dove l’avanzata del cemento corre sempre più veloce.

Solo Milano e Monza sanno fare di peggio.Il documentario ha l’obiettivo di raccontare le conseguenze quotidiane di questa catastrofe grazie a un viaggio che attraversa tutta la Lombarda. Si parte dal capoluogo meneghino, dove le case vuote sono tante e tali che sono già sufficienti ad assorbire lo sviluppo demografico della città dei prossimi vent’anni. E poi le campagne attorno alle nuove autostrade, dalla BreBeMi alla Pedemontana che interessa l’area varesina, raccontate attraverso le storie dei cittadini espropriati che contestano previsioni di traffico gonfiate e finanziamenti incerti. E poi le zone turistiche, quelle alpine e prealpine e i nostri laghi, costellati da cantieri aperti e abbandonati per effetto della crisi fino al paradosso di un paesino delle valli bergamasche ormai deserto e dove però si continuano a costruire decine di nuove “seconde case” per i villeggianti. «Il quadro che ne emerge è quello di una Lombardia divorata dal cemento – spiega Petitto – e il film cerca di spiegare le ragioni che hanno portato a questo degrado, cercando di capire perché negli ultimi cinquantanni il cemento si è trasformato in moneta sonante, a prescindere dall’effettiva utilità dei nuovi edifici».

s.bartolini

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