Il chilometraggio era “tarocco”. Centinaia di automobilisti frodati

Modificavano i contatori delle auto, vendute poi a km zero: in manette due meccanici. Denunciati anche undici titolari di concessionarie, cinque in provincia di Varese

“Ringiovaniva” le auto usate togliendo chilometraggio: le macchine venivano poi vendute come vetture a chilometro zero anche da concessionarie di Samarate, Gallarate, Besozzo, Cugliate Fabiasco e Gemonio. Non un Elisir (nome dell’operazione portata a termine dalla polizia stradale di Varese) di eterna giovinezza, ma una frode ai danni di almeno un centinaio di acquirenti. «Un centinaio sono quelli di cui abbiamo trovato traccia indelebile – ha spiegato il comandante provinciale della Stradale di Varese – Ma gli accertamenti sono ancora in corso. L’attività andava avanti da anni secondo quanto abbiamo ricostruito. Sospettiamo che le vittime possano essere migliaia».

L’operazione ha avuto inizio nel 2015 «da un controllo eseguito in una concessionaria del Varesotto della nostra polizia amministrativa – ha spiegato Martorano, con il capo di gabinetto della Questura di Varese , e il sostituto commissario della Stradale che ha eseguito l’inchiesta – Uno dei controlli periodici. Qui è stato trovato il numero di telefono degli “artigiani” del rinnovamento auto al centro dell’inchiesta. Da quel numero abbiamo ricostruito la vicenda». Ieri mattina è scattato il blitz: gli agenti della Stradale hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare richieste dal pm di Como e firmate dal gip . In manette sono finiti 51 anni di Paderno D’Adda (Lecco), il figlio , 26 anni di Verderio (Lecco) ed i fratelli 43 anni di Brienno (Como) e 29 anni di Binago (Como), due rivenditori comaschi. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio.

Gandini padre e figlio erano gli “artigiani dell’autofficina” specializzati nell’annullare il chilometraggio utilizzando i tester che servono per la diagnostica delle auto. Opportunamente modificati questi tester permettevano di eseguire un servizio completo modificando i dati del contachilometri per 50 euro, della chiave per 100 euro e della centralina posta sul motore per 150 euro. «Avevano una media di 10, 15 auto trattate ogni giorno», ha spiegato Pidalà. E un giro d’affari stimato dagli inquirenti in circa tre milioni di euro. I fratelli Marchetta, titolari di una concessionaria nel Comasco, facevano da intermediari promuovendo i servizi della ditta Gandini a concessionarie del Varesotto, del Comasco e del Lecchese i cui titolari, 11 in tutto, sono stati denunciati per frode in commercio in concorso. I due eseguivano il lavoro a domicilio. Indagato anche un altro “apprendista stregone” , 46 anni di Calco (Lecco), che padre e figlio stavano per assumere visto il gran giro d’affari.