Un general manager (e non un direttore sportivo come nell’attuale schema societario) con ampia delega da parte del consiglio di amministrazione, chiamato a gestire l’area tecnica insieme all’allenatore. Un presidente che detti lo spartito, condiviso con il Consorzio, e dei consiglieri con competenze specifiche per gestire tutto ciò che riguardi la società e non sia inerente agli ambiti sportivi.
A grandi linee sarebbe questo il modello di comando emerso dai desiderata dei consorziati nell’assemblea di Varese nel Cuore che si è tenuta ieri alla Fattoria Gaggio di Galliate Lombardo. L’incontro è valso in primis per sbrigare alcune questioni burocratiche inerenti all’organismo guidato da Alberto Castelli: elezioni e approvazione del bilancio. Il primo è stato regolarmente ratificato e i componenti del direttivo consortile sono stati tutti confermati in carica (oltre a Castelli, presidente, Andrea Crocella, Fabrizio Fiorini, Ilaria Angelo, Marcello Laudi, Massimo Carta e Antonello Leccese).
Capitolo futuro: davanti ai piccoli proprietari sono emerse alcune prospettive. «La nuova governance dovrà avere due anime – ha spiegato Castelli – Quella prettamente sportiva e riguardante esclusivamente la prima squadra e quella che concerne la restante parte dell’attività societaria: comunicazione, gestione delle risorse economiche e umane, settore giovanile, marketing e via dicendo. La nostra idea è che la prima debba essere affidata a un general manager che possa formare una catena di comando molto
corta con l’allenatore: alla coppia spetterebbero tutte le competenze sull’area tecnica». In questo senso il cambiamento rispetto al presente sarebbe evidente, aggiungiamo noi: la Openjobmetis 2015/2016 è stata frutto di un parto a tre (rimane sempre da capire in che percentuale…) tra un presidente molto operativo nelle scelte (Stefano Coppa), un direttore sportivo come Bruno Arrigoni (uomo mercato ma non un manager con un controllo a tutto tondo sulla prima squadra) e un allenatore.
«Tutto ciò che non riguarda gli aspetti sportivi – ha continuato il numero uno di Varese nel Cuore – verrebbe demandato a un professionista orientato al settore delle risorse umane e al marketing. L’argomento centrale è tuttavia quello delle risorse: quelle per trovare un gm che abbia le caratteristiche identificate verranno trovate, quelle per la seconda figura non le possiamo garantire. È bisogna anche dire che la Pallacanestro Varese ha già al suo interno persone molto valide e competenti, in grado di assumere proficuamente questi ruoli. Forse basterebbe dare delle mansioni diverse rispetto a quelle attuali».
Il nuovo cda di piazza Monte Grappa avrebbe un punto fermo nella presenza di almeno un membro di quello del Consorzio (nel consiglio che dovrà traghettare la barca verso la fine di questa stagione, con il compito principale di riequilibrare l’assetto economico della società, ci sarà Fabrizio Fiorini, uno dei vice di Castelli) e sarà comandato da un presidente che dovrà stilare le linee guida insieme agli altri componenti, tenendo conto delle direttive della proprietà consortile e mantenendo i contatti con lo stesso Varese nel Cuore. Nomi? «Non ne sono stati fatti». Tempi? «Cercheremo di comporre il nuovo consiglio di amministrazione entro la metà di aprile» promette Castelli. Che aggiunge: «La riunione di ieri non è stata un referendum pro o contro Stefano Coppa. Chi è sul pezzo oggi deve continuare a lavorare serenamente per i prossimi due mesi». Ieri mattina, infine, è stato approvato anche il bilancio della Pallacanestro Varese spa, con circa 400 mila euro di perdite.