Il contributo degli agnostici ala società

A proposito dell’annosa diatriba tra credenti e non.  Credente è chi afferma un concetto, una convinzione o addirittura La Verità senza poterlo dimostrare; egli ha una certa fede.
Nello specifico il religioso (cristiano, islamico, animista eccetera) afferma l’esistenza di Dio ma non potendola dimostrare ci crede. Parimenti l’ateo crede nell’assenza di Dio, non potendola dimostrare tale e quale al primo. Dunque religiosi e atei sono dei credenti. L’agnostico invece non sa e non risponde, non ha una fede, non crede e non afferma alcunché.

Guido Martinoli

Forse l’agnosticismo è solo un abito mentale. O almeno lo è per molti che dicono di praticarlo. Diciamo una specie di resa, con il conseguente addobbo intellettuale: siccome non riesco a cogliere l’assoluto, dico che nulla del genere è individuabile.
Semplice, e anche comodo: il rifiuto della ricerca, il ripudio dell’umiltà. L’agnosticismo premia la vena egoistica che ciascuno possiede, avversa la passione dell’indagine, scarica qualunque responsabilità. La colpa è sempre esterna, altrui, oggettiva: mai soggettiva, individuale, riconoscibile. Questione religiosa a parte, l’agnosticismo è un tratto caratterizzante della nostra società: è disinteresse, indifferenza, superficialità. Devirtualizza (mi scuso per la brutta parola, però rende l’idea) la tensione umana a fare per bene ciò che viene percepito come il meglio: nessun obiettivo, nessun impegno, nessun eventuale errore. E’ in questa maniera che si disgregano le relazioni fondanti d’una comunità: ne abbiamo conferma quotidiana. L’agnosticismo paralizza il rinnovamento, impedisce la costruzione di nuovi modelli esistenziali, non tramanda nulla da una generazione all’altra. E’ una lastra di marmo tra il singolo e la pluralità, perennemente bagnata da una pioggia acritica: tutto scivola via, nulla viene trattenuto. Come su uno schermo televisivo. L’esempio dello schermo televisivo non è casuale: è automatico. Perché l’agnosticismo contemporaneo è uno schermo fatto così.

Max Lodi

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