Il cuore di due varesini per i bambini dell’Uganda

Giorgio e Marta chiamano a raccolta il rione per il loro progetto
«Aiutate la nostra missione dove ospitiamo ragazzi con disabilità»

– Adozioni a distanza: da Bosto l’appello per l’Uganda. È questa la proposta che e fanno a chi volesse decidere di aiutare il Villaggio della Gioia a Ruscioca.

La coppia di trentenni ha scelto, infatti, di diventare missionaria e di trasferirsi in Uganda, dopo alcune esperienze di missione, per gestire un centro di accoglienza per bambini e ragazzi disabili. Una condizione che nei villaggi viene considerata un tabù mentre la coppia cresciuta all’ombra del campanile di san Michele ha scelto di accompagnarla insieme ai religiosi dell’ordine dei frati minori francescani.

Partiti lo scorso maggio, sono rientrati per le feste e hanno portato con sè l’idea per «cercare di rendere indipendente il progetto. Vorremmo – spiega Giorgio – che avesse la capacità di procedere nel momento in cui mancasse la nostra presenza e quando dovrà naturalmente passare di mano ed essere direttamente gestita, in maniera indipendente, dagli ugandesi».

L’autosostenibilità è il passo da compiere ora. «Oggi abbiamo 9 bambini che diventeranno 14 da febbraio e finchè non costruiremo il prossimo centro, dal prossimo ottobre, che arriverà a ospitare dalle 50 alle 75 persone, non possiamo occupare oltre i 16 posti. L’idea è quindi quella di cercare persone disposte ad adottarli a distanza». Il costo è di 330 euro all’anno. «So che è una bella cifra e nella lettera che stiamo spedendo agli interessati in questi giorni, ne chiederemo 290 che è il 90 per cento dell’impegno totale. Se poi ci fosse qualcuno disposto per l’intera cifra ne saremmo grati». Il costo tiene conto di vitto con tre pasti, alloggio, «ma anche di un educatore ogni tre bambini, una matrona che dorme con loro durante la notte e materiali, dai giochi ai vestiti».

I ragazzi accolti finora nella struttura hanno diverse disabilità. «In due hanno una buona capacità cognitiva e grossissime lesioni fisiche, ma possono imparare la matematica o l’inglese. Per il bimbo down e gli altri mentalmente ritardati l’attività educativa prevede l’impegno nel coltivare l’orto e nel gestire la casa, insieme a musica, canto, ballo e altre attività di questo tipo».

L’impegno per l’adozione è intorno ai 5 anni. «Serve a dare continuità e per rassicurare la famiglia. È un rapporto di fiducia che da parte nostra, che siamo sul campo, vogliamo sottolineare con una forte modalità di trasparenza e vicinanza».

Oltre alla classica lettera, infatti, coi bambini adottati si potrà interagire tramite con una telefonata, una videochiamata con Skype o incontrarli direttamente grazie all’ospitalità che la missione propone a sostenitori e simpatizzanti. Giorgio e Marta ripartiranno il 19 gennaio, ma prima saranno presenti nella parrocchia di Casbeno per una testimonianza l’11. Faranno ritorno nella comunità,dove vivono con due frati e dove li raggiungerà un altro varesino, il masnaghese , rientrato dalla missione del Pime in Camerun. Per qualsiasi domanda o curiosità è possibile contattare direttamente il +393334871377 o meglio al n° Ugandese +256776271724, anche tramite sms, o what’s app, indirizzo mail [email protected].