Il fascino della carta che sa scoprire il digitale

Dal biglietto da visita al libro d’arte: alla Tipografia Galli &C srl di Varese si fa davvero di tutto. E, se per l’e-commerce ci sta attrezzando, il lavoro quotidiano non lascia comunque spazio alla noia e alla crisi più dura.

Certo bisogna rincorrere il mercato e i prezzi crollano, ma la Galli può continuare a vantare gloria e lungimiranza. Qui è ancora possibile aggiustare un libro rotto e rilegarlo, pratica diventata ormai quasi sconosciuta. Qui i fratelli Marco e Renato Vanoli, titolari dell’azienda, hanno sempre reinvestito i loro denari, anche quando si faticava a portarne a casa.

Il risultato è una tipografia eccellente, con investimenti puntuali, dove è stato appena aperto un reparto digitale ben attrezzato, dove si fa in casa anche la pre stampa e dove, oltre alla generazione dei figli, vi lavorano 31 dipendenti a tempo indeterminato con un’età media molto giovane e turni di lavoro dalle 6 alle 22, sabato compreso, a volte.

«Abbiamo iniziato rilegando enciclopedie» racconta Marco Vanoli, un passato da apprendista e legatore alla “Mori” per poi rilevare la “Galli” con il fratello scegliendo di mantenerne la ragione sociale storica, prima tipografia operativa a Varese con documenti che ne attestano l’attività già nella seconda metà dell’ottocento.

Si respira un buon odore di carta in via Rosmini (le certificazioni ambientali non mancano) e i macchinari sembrano parlare mentre sono in funzione: unità di stampa litografiche in diversi formati, bicolori e monocolori; macchine per stampa digitale e stampa tipografica con doratura a caldo e fustellatura.

Non manca la stampa di buste e sacchetti e tutto l’occorrente anche per la composizione manuale delle fustelle. Tecnologia ed esperienza, qui, vanno di pari passo. L’uomo fa ancora molto la propria parte. Lo si vede nella legatoria – pieghevoli, fascicoli, blocchi, volumi e registri di qualsiasi tipo – dove gli operai specializzati sono la dimostrazione di un valore aggiunto che la Galli & C mostra con vanto.

Alessandra Pedroni

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