Il fenomeno del weekend: in motorino ubriaco, senza casco, senza assicurazione. E faceva pure…

L'incredibile serie di infrazioni e irregolarità commesse in sol colpo da un tunisino per le strade di Varese sabato notte. Ecco cosa ha combinato

VARESE – “And the winner is…”. Ma può uno andare in giro in motorino ubriaco, senza documenti, senza patente, senza assicurazione, senza casco, riprendendosi con lo smartphone per fare una “story”, scappare dalla polizia, tutto in un colpo solo? Sì, può. Chiedere al tunisino che nella notte tra sabato e domenica, gli agenti sono riusciti ad acciuffare per le strade di Varese al termine di un breve inseguimento.

Già, è andata proprio così a quanto pare. Il nordafricano, di giovane età, si trovava in sella a un ciclomotore con passeggero al seguito nelle condizioni di cui sopra. Così gli uomini della Polizia di Stato varesini, avendolo intercettato in via Carcano gli hanno mostrato la paletta per chiedergli conto di un paio di cosine. “Alt” bellamente ignorato dal soggetto che si è dato in qualche modo alla fuga prima di venire bloccato in via Adamoli, poco più avanti, per l’intervento di una seconda pattuglia.

E lì è iniziato il conto delle infrazioni, delle irregolarità e delle follie assortite a carico del signore straniero, a cominciare dal fatto che non avesse con sé alcun documento di identificazione. Così è stato deferito all’Autorità giudiziaria per inosservanza degli obblighi inerenti al permesso di soggiorno (sulla relativa posizione, regolare o meno, di più non è dato a sapere).

Si è capito che l’uomo è domiciliato a Gazzada Schianno. Fine. Per il resto niente. Niente patente, niente assicurazione, niente casco. Tutte “magagnucce” di cui il nordafricano dovrà rispondere insieme all’uso del telefono cellulare durante la guida, inottemperanza all’alt impartito dalla polizia e guida in stato di ebbrezza alcolica.

Un primo conto parziale dice oltre 5.000 euro di multa e sequestro del mezzo. Poi arriverà il saldo. Insomma il “vincitore” è proprio lui, si potrebbe dire se ci fosse da ridere e basta. Purtroppo non è così. E – come dire? – qualche riflessione andrebbe fatta.