Il figlio del benzinaio ucciso visita a Busto il collega ferito

BUSTO ARSIZIO Non si conoscevano prima, ma l’assalto di lunedì sera li ha fatti avvicinare e sostenere a vicenda. Emanuele Canavesi, figlio di Angelo, il benzinaio barbaramente ucciso la mattina del 22 febbraio nel suo distributore a Prospiano, ha fatto visita ieri pomeriggio  al collega ferito lunedì sera da due colpi di pistola mentre era sul posto di lavoro. Alle 16 si è presentato con due pacchetti regalo  nel reparto  di chirurgia dell’ospedale di Busto Arsizio. E li ha dati a Salvatore Musarra Tubbi,

il gestore della pompa Ip di via Per Fagnano a Olgiate Olona, sopravvissuto quasi per miracolo ad una rapina a mano armata: l’uomo, reagendo a due malviventi per difendere moglie e figlia, è stato colpito da due proiettili al piede e alla gamba senza, fortunatamente, lesionare organi vitali. I dottori sono tranquilli; già domani potrebbe essere dimesso. Emanuele Canavesi, che a nemmeno un anno dalla morte del padre, ha rivissuto la tragedia – in quel caso i due colpi di pistola furono letali –  ha fin da subito  dimostrato vicinanza alla famiglia di Salvatore Musarra: «Io sono qui e posso raccontare quello che mi è successo, purtroppo tuo padre non lo ha potuto fare e bisogna farsi forza – ha detto il benzinaio ferito a Emanuele, che ha accolto come un figlio – mi fa molto piacere la tua visita Sto bene e appena posso torno al lavoro, anche con il gesso – annuncia la vittima – A fare i benzinai ci vuole coraggio e so che tu ne hai tanto come me». Musarra guarda il figlio del suo collega che non c’è più e spera che tali tragedie non si verifichino ancora: «Bisogna potere tornare a lavorare senza avere paura di morire – si augura  Musarra che di rapine ne ha già subite tre, in trent’anni di esperienza – siamo una categoria esposta, ma lo sono anche farmacisti e tabaccai».
sul giornale di oggi il servizio completo di Valeria Arini e l’intervista all’onorevole Airaghi

m.lualdi

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