Il fungiatt studia nei boschi E si laurea all’università

VARESE Dalla passione per i funghi al mestiere: è la storia di Marco Cartabia, 20 anni, il più giovane del gruppo varesino della Bresadola, associazione micologica che ha organizzato la mostra in corso anche oggi alla scuola Pellico di via Appiani. Lunghi banconi zeppi di funghi, ciascuno con l’etichetta che ne identifica il nome e l’appartenenza e rigorosamente colto nella nostra provincia. Sì, perché affinché mantengano la giusta fragranza e le caratteristiche organolettiche originarie, i funghi in esposizione sono tutti colti da pochi giorni, al massimo tre.Una caccia al micete realizzata direttamente dagli associati che, con passione intatta da 36 anni, sono a disposizione per verificare l’innocuità di quelli colti da ciascun cittadino. Proprio dalla passione per il “cercar funghi” imparata seguendo i nonni, Marco Cartabia si è avvicinato prima alle mostre e poi alle iniziative della Bresadola di cui fa parte ormai da sette anni, da quando ne aveva 13. «Andavo nei boschi con i nonni e prendevamo quelli che andavano bene da mangiare: ne conoscevamo poche specie. La cosa mi attirava e così ho visitato la mostra; mi sono iscritto al gruppo, mi incuriosiva scoprire sempre più cose sulla micologia». «Dopo il liceo scientifico, poi, ho scelto di fare agraria a Milano – prosegue – Non esiste una facoltà di micologia, ma ci sono diversi ambiti nell’agricoltura in cui è importante studiare i funghi, sia per i benefici che

possono portare alle coltivazioni come aiuto a combattere i parassiti delle piante, sia per il loro l’aspetto negativo», spiega.Non è strano, quindi, vederlo inforcare la sua bicicletta a Giubiano, dove abita, e girare nei parchi di Varese con l’occhio dritto al terreno e sulle piante. «Giro in bicicletta perché alla fine è più semplice muoversi. Vado nei parchi perché al loro interno, grazie alla presenza di essenze esotiche, si trovano parecchi funghi che non ci sono nei boschi. Le mie mete sono Villa Augusta, Villa Baragiola, Villa Milius, Villa Toeplitz, i Giardini Estensi e qualche volta anche Villa Cagnola. Nei parchi si trova un quinto delle specie fungine di Varese».Marco è tutt’altro che un ragazzo sprovveduto, coltiva la sua passione con orgoglio e competenza. I più anziani del gruppo lo chiamano la “mosca bianca” perché come lui, alla sua età, di ragazzi determinati, preparati e con le idee chiare sul futuro non ce ne sono molti. È l’orgoglio di Nino Macchi, che trentasei anni fa, insieme ad altri quattro amici della Bresadola, realizzò la prima mostra micologica in centro, sotto i portici di corso Matteotti. «Oggi sono i più piccoli quelli che sanno ancora stupirsi e interessarsi ai funghi. Vengono a vedere la mostra e si lasciano attirare dall’odore: da lì poi parte tutta la spiegazione. I più grandi ormai sono poco attenti a questo aspetto della natura e dell’ambiente».

s.bartolini

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