Il gigante russo ha chiuso i rubinetti L’export rischia di prendere la batosta

La Russia è il sesto partner commerciale per le imprese varesine: oltre il 4% delle merci esportate dalle nostre imprese va sui mercati sovietici.

Ecco perché le conseguenze della crisi con l’Ucraina, e ora l’embargo russo ai prodotti agroalimentari prima e quelli del tessile e abbigliamento poi, fa paura: «La situazione ovviamente preoccupa» spiega Riccardo Comerio, presidente di Provex Consorzio per l’Internazionalizzazione, perché «la Russia è un mercato importante per il nostro territorio ormai da diversi anni».

Le esportazioni verso la Russia sono costantemente cresciute negli anni: «I prodotti del “Made in Varese” maggiormente richiesti sono i mezzi di trasporto (settore aeronautico in primis), macchinari, impiantistica e meccanica in generale, tessile-abbigliamento-moda e prodotti chimici» racconta Comerio.

Nel 2013 le esportazioni varesine verso la Russia hanno raggiunto quota di poco inferiore ai 400 milioni di euro, in ulteriore crescita rispetto ai 253 milioni del 2012.

Ma all’inizio di questo anno, qualcosa ha iniziato cambiare: «Nel primo periodo del 2014 sono diminuite in generale le esportazioni europee verso quel mercato, in primis quelle dei due paesi leader nella manifattura: Germania (-15%) e Italia (-8,9%), per effetto molto probabilmente anche della crisi ucraina».

E proprio in questo contesto di generale discesa dei livelli di interscambio con il mercato sovietico si inserisce anche la contrazione dell’export varesino «che nel primo trimestre 2014 ha esportato beni per 56 milioni, contro i 67 dello stesso periodo 2013. A risentirne sono un po’ tutti i settori, trasversalmente».

Ed ora i nuovi vincoli imposti agli stati membri della Ue e agli Usa potrebbero far scendere ancora l’interscambio: «La situazione è complessa – spiega il presidente di Provex – perchè ci sono sanzioni imposte da Usa e Ue alla Russia per effetto appunto della crisi in Ucraina e, come ritorsione, ci sono limitazioni imposte dalla Russia all’importazione di beni dall’Ue e dagli Stati Uniti in alcuni settori».

«La situazione ovviamente preoccupa e Provex, grazie all’esperienza decennale maturata direttamente sul mercato russo, tiene costantemente monitorato il quadro, che potrebbe ulteriormente deteriorarsi per effetto appunto dello scenario ucraino». Una situazione da tenere sotto stretta osservazione, perchè «sono dinamiche in divenire, difficilmente prevedibili al momento».

Anche perché l’interesse delle imprese varesine per il mercato russo è sempre alto e crescente: «Basti pensare che Provex nello scorso mese di luglio ha organizzato a Malpensafiere il seminario “Federazione Russa e Custom Union” cui hanno partecipato oltre 50 operatori economici del nostro territorio».

Provex, dal 2005 ha anche aperto proprio a Mosca “Punto Russia” un ufficio operativo a disposizione delle aziende che offre «un punto di riferimento per le imprese varesine che operano in quel mercato e oggi, ancora di più, resta un punto di osservazione fondamentale per cogliere le dinamiche in quell’area».

«Le imprese varesine possono contare sul supporto di Provex per avere un costante aggiornamento sulla situazione del mercato russo contattando direttamente i nostri uffici» è l’invito del presidente del consorzio.

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