«Il lago malato? Si cura all’università» Da Comerio l’ultima idea anti sporcizia

Fare qualcosa di concreto per risolvere definitivamente il problema dell’inquinamento del lago di Varese; l’ultimo allarme partito alcune settimane preoccupa i Comuni: le previsioni non sono certo rosee e la salute delle acque è quanto mai a rischio. Una proposta arriva dal sindaco di Comerio, dal cui ufficio in municipio si può godere di una vista mozzafiato che abbraccia tutto il lago.

«Siccome le diverse sperimentazioni e i vari tentativi che si sono susseguiti negli ultimi anni hanno avuto un esito a dir poco fallimentare con enorme spreco di denaro pubblico – premette il primo cittadino – è ora che il mondo delle istituzioni e della politica inizino a collaborare concretamente ad esempio con il mondo della ricerca e dell’università; bisogna dire basta alle gestioni clientelari».

Lo stesso territorio varesino potrebbe essere fautore del risanamento del suo lago. «La mia proposta – spiega Aimetti – è quella di istituire all’università dell’Insubria una nuova facoltà di ingegneria ambientale, in modo che attraverso la ricerca e attraverso il lavoro degli studenti si possa arrivare finalmente a trovare una soluzione definitiva e restituire il lago al suo antico splendore; studenti e ricercatori avrebbero a disposizione un laboratorio naturale».

Dalla teoria studiata in qualche anonimo laboratorio ad una “palestra” naturale su cui esercitarsi in maniera concreta; anche il mondo istituzionale e politico deve fare la sua parte.

«Bisogna cogliere l’occasione delle prossime elezioni provinciali per parlare del futuro del lago di Varese – sottolinea il sindaco – purtroppo si sente parlare soltanto di nomi e di liste, ma di nessuna proposta concreta per il futuro del nostro territorio, in cui il lago di Varese riveste un ruolo primario a livello ambientale, ma anche sotto il profilo turistico».

Le acque sporche, maleodoranti e ricoperte di poco invitanti fioriture algali rappresentano infatti un danno d’immagine notevole per il Varesotto, derivante da un lago inquinato, coperto da alghe in putrefazione, dalla comparsa di pesci morti che galleggiano e dal conseguente fetore, incombe inesorabile anche in vista di Expo, quando l’esposizione universale milanese dovrebbe garantire un afflusso di visitatori anche nel territorio della nostra provincia.

«Anche i Comuni rivieraschi devono fare concretamente la loro parte – l’invito di Aimetti – tutti a parole si dicono affranti per la situazione drammatica del lago, ma poi a livello pratico non fanno nulla di realmente concreto; pensiamo ad esempio ai paesi dove non è stata completata la sdoppiatura delle fognature tra acque chiare e acque scure, con quest’ultime che confluiscono direttamente nelle acque del lago».Un problema storico del nostro lago – quello degli scarichi – che sta diventando non più sostenibile.

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