Il lago non restituisce Fadel Il padre: “Non si tuffava mai”

CASTELVECCANA Sono proseguite per buona parte della giornata di ieri le ricerche di Fadel Yabre, il diciassettenne del Burkina Faso residente a Malgesso inghiottito dalle acque del Lago Maggiore. Ma di lui nessuna traccia. I soccorritori hanno momentaneamente smesso di setacciare il lago nel tardo pomeriggio, per riprendere oggi.
Il giovane è ormai disperso dal tardo pomeriggio di mercoledì, quando è stato visto immergersi nelle acque antistanti le Fornaci di Caldè. Le ricerche sono state seguite da vicino dalla famiglia,

con il papà in prima linea a scrutare il lago a caccia di una speranza: «Da solo Fadel non si sarebbe mai gettato in acqua – racconta il padre – Già due settimane fa, quando ho saputo che era andato a Ispra gli avevo detto, pregandolo, di non farlo, di non entrare in acqua perché non sapeva nuotare. Sono sicuro che mio figlio non si sarebbe mai tuffato, mi aveva garantito che quando andava con i suoi amici non entrava nel Lago ma si limitava a guardarli mentre nuotavano. Non so proprio cosa possa essere successo». In casa Yabre si stanno vivendo ore di grande apprensione. Una famiglia distrutta alcuni mesi fa da un grave lutto, quando il fratellino di Fadel, Mohamed  di 9 anni, era rimasto vittima di un incidente stradale a Malgesso, un fatto che aveva scosso profondamente il paese. Un paese che ora torna a stringersi intorno a questa famiglia perseguitata dal dolore, che sta vivendo ore di angoscia. «Domenica – dice il papà – saremmo dovuti partire per il Burkina Faso. E mio figlio sembrava essersi convinto di voler venire». L’ipotesi di una fuga volontaria, insomma, al momento già poco credibile, non convince familiari e amici che per tutta la giornata di ieri si sono stretti intorno ai cari del giovane Fadel.
Ma in tanti a Malgesso continuano ad aggrapparsi alla flebile speranza che il giovane, approfittando di un momento di distrazione dei suoi amici, sia in realtà fuggito abbandonando il lago facendo perdere le proprie tracce: «Qui in paese tutti sapevano – dice una donna – che domenica la sua famiglia sarebbe dovuta andare in Burkina Faso, e Fadel non ne aveva alcuna voglia di seguirli. Un adolescente potrebbe commettere anche una bravata, almeno questa è la nostra speranza». 

b.melazzini

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