di Bernardino Marinoni
Sono storie di cinema, nell’omonima, nuova sezione del Festival di Locarno, quelle dei cinque brevi film firmati dal giovane Dino Risi (1916-2008) nella seconda metà degli anni quaranta. Sono stati rinvenuti a Milano nella Veneranda Fabbrica del Duomo e restaurati. La loro proposta – un omaggio al regista, di cui il Festival presenta, a diverso titolo, anche due lungometraggi, “Primo amore” (1978) con protagonista Ornella Muti, e “Sono fotogenico” (1980) con Renato Pozzetto – ribadisce lo spazio che compete a Dino Risi sul misconosciuto fronte
del documentario: toccato fortunosamente dal cinema all’inizio degli anni quaranta, quando si ritrovò a Oria Valsolda assistente di Mario Soldati sul set di “Piccolo mondo antico”, nel dopoguerra avrebbe realizzato più di venti cortometraggi prima di dedicarsi con esiti rimarchevoli al lungometraggio. Almeno di quattro dei cinque documentari presentati a Locarno si trova traccia nei repertori, ma la proiezione può considerarsi un evento cui non è mancato il pubblico per scoprire come si fosse riaccesa in Risi, finita la guerra, la luce del cinema.
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