“Il meglio a meno” Arriva il fruttarolo low cost

A Varese come in tutta Italia i negozietti di alimentari se la passano male e spesso finiscono per chiudere strozzati dalle tasse e dalla concorrenza con la grande distribuzione. Ecco la soluzione

– In controtendenza, si sta facendo largo un nuovo fenomeno, quello del negozio di vicinato low cost gestito da egiziani.

A Varese sta spopolando la catena «Il meglio a meno. Frutta e verdura». Dopo il successo in via Sanvito, giovedì scorso è stato inaugurato il secondo punto vendita di via Bizzozero, dietro al teatro di Varese. Il commesso straniero spiega che «l’attività nasce dalla collaborazione tra un imprenditore italiano e uno egiziano».
I prodotti, però sono italiani, arrivano dal sud, e vengono venduti «totto a 0,99 euro al chilo», per citare un cartello scritto a mano sulla vetrina.

Ed è sempre il commesso a spiegare che i prezzi sono bassi perché la catena «il meglio a meno» compra grandi quantità di generi alimentari all’ingrosso.
Ai clienti è stato distribuito anche un volantino con i prezzi, davvero concorrenziali non solo rispetto a molti negozietti di vicinato, ma persino a parecchi supermercati. Qualche esempio. Ismea – che offre servizi per la trasparenza dei prezzi del settore alimentare – ha stimato che le pere abate all’ingrosso costano 0,77 euro al chilo. Nel negozio italo tunisino vengono vendute a 0.99 euro al chilo, con un rincaro di circa 20 centesimi. Facendo due conti: quei venti centesimi al chilo moltiplicati per la gran quantità di merce venduta dovrebbero riuscire a ripagare l’affitto del negozio, il costo del personale, le tasse, etc.

Tutti i fruttivendoli egiziani sul territorio italiano hanno le stesse caratteristiche. Arredamento spartano: vi si trovano pigne su pigne di cassette di frutta e verdura e qualche simbolo egiziano alle pareti. Affianco alla frutta «nostrana», come per esempio i cachi, si trovano i più esotici datteri.
Un’altra caratteristica è l’orario continuato dalle 7 del mattino alle 19.30 di sera. A Roma – dove i fruttivendoli egiziani sono 233 – l’orario continuato (che in alcuni casi continuava di notte) è stato accusato di concorrenza sleale.
A Pescara, i fruttivendoli tradizionali hanno chiesto alle autorità più controlli, ma gli egiziani sono risultati in regola, salvo qualche cassetta di frutta appoggiata fuori dal negozio senza pagare l’ingombro del suolo pubblico.
In Italia i fruttivendoli egiziani rappresentano un vero e proprio fenomeno: secondo un articolo comparso lo scorso anno su Repubblica sono ben 351. E il loro numero è in continua crescita.