Una forza pari a quasi trenta bombe atomiche. Il giorno dopo l’esplosione nell’atmosfera terrestre del meteorite che ha scagliato frammenti incandescenti sopra una vasta zona degli Urali in Russia, la Nasa riferisce che l’energia sprigionata dal corpo celeste, quando si è disintegrato, è stata pari fino a un massimo di 500 kiloton, simile a trenta volte la bomba sganciata su Hiroshima.
Intanto mentre Cheliabinsk e altre cinque città della regione cercano di tornare alla normalità, malgrado il migliaio di feriti – di cui una cinquantina ancora ricoverati – e i circa tremila edifici danneggiati, infuria la polemica sulla prevenzione e si moltiplicano le teorie degli scettici dopo che non sono state trovate tracce del meteorite. La Bbc riporta che secondo gli scienziati russi quando il meteorite è entrato nell’atmosfera terrestre aveva una massa di circa dieci tonnellate, e avrebbe rilasciato diversi kiloton di energia. Successivamente la Nasa ha rivisto al rialzo le stime, parlando di un massimo di 500 kiloton di energia rilasciata dal corpo celeste. L’atomica sulla città giapponese era pari ai12-15 kiloton.
«Quando si verifica un’esplosione simile ci si aspetta di trovare sulla Terra un enorme numero di meteoriti e anche dei grandi frammenti» ha spiegato Paul Chodas della Nasa. Immediate ma senza esito le ricerche. Alcuni sommozzatori hanno infatti scandagliato le acque gelide di un lago vicino alla città colpita, dove si è aperto un buco di diversi metri nella superficie ghiacciata, ma
non hanno trovato nessuna traccia del corpo celeste, e neppure grossi frammenti. I più grossi misurano al massimo un centimetro. La scarsità di prove sul terreno ha scatenato una ridda di ipotesi. Tra tutte quella del leader nazionalista Vladimir Zhirinovsky convinto che l’esplosione di ieri nel cielo sia stata causata da un test militare degli americani che stavano provando una nuova arma.
Speculazioni e teorie cospirative a parte, rispedite al mittente dal ministero delle Emergenze russe che le ha definite “spazzatura”, oggi i media mondiali riferiscono delle polemiche che hanno investito il dicastero, messo sotto pressione perchè non avrebbe lanciato in tempo l’allerta, un po’ come accadde nell’estate del 2010 quando il sud della Russia dovette affrontare devastanti inondazioni per il disgelo e i tragici roghi nelle foreste. Intanto secondo il governatore locale la stima dei danni è pari a circa 33 milioni di euro
b.melazzini
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