«Il mio amore per una donna è reale. Quello per la musica è nato all’Itpa»

La rocker varesina Laura Bono a ruota libera: la sua vita privata, il passato, il nuovo album “Segreto”: «Tante persone vivono un rapporto omosessuale: respiratelo. I miei primi concerti con il prof Paolo»

Classe 1979, voce graffiante e vera e propria “italian star” in Finlandia e Spagna. Stiamo parlando della rocker varesina, Laura Bono, che lo scorso 28 novembre ha lanciato il suo nuovo album, il quarto per la precisione: “Segreto”.
Il nuovo disco è realizzato da La mia isola, etichetta indipendente fondata dalla cantante, grazie anche al crowdfunding, ossia finanziamenti che vengono direttamente dai fans. In questi giorni, la cantautrice ha fatto parlare di se: durante un’intervista a Vanity Fair, la 36 enne varesina ha svelato di essersi innamorata di una donna.
Ma Laura non vuole che si parli di “coming out”. Impegnata nel lancio del nuovo album a Roma, Laura Bono ha trovato qualche minuto per rilasciarci un’intervista.

Io non mi sono mai nascosta dietro un dito. Questo quarto album è molto intimo e in un brano parlo di questa mia esperienza personale. La giornalista di Vanity Fair deve aver colto che si trattava di un’esperienza realmente vissuta, così mi ha chiesto di spiegare meglio l’esperienza raccontata in questa canzone. Di fronte a questa domanda ho risposto raccontando che dopo una storia di tredici anni con un uomo mi sono innamorata per la prima volta di una donna. Ci sono tante persone che come me vivono un amore omosessuale: a tutti loro dico che quel l’amore non va soffocato, ma va respirato.

Sicuramente. È un album molto più maturo e molto vero, all’interno del quale mi metto totalmente a nudo perché vado a scavare nelle cavità più profonde della mia anima e racconto esperienze di vita vissute. Oltre ad essere un album molto intimo, lo reputo anche un album ruggente.

Lo spero tanto e farò il possibile perché questo avvenga: Varese è la mia casa. Il concerto che ho fatto nel 2005 ai Giardini Estensi mi è rimasto nel cuore.

Sin da piccola: a 10 anni ho iniziato a scrivere testi e melodie mie. Quello era il mio modo per esprimere il mio mondo interiore: buttavo su carta ciò che vivevo e poi mettevo le melodie. Poi sono diventata adolescente e ho frequentato l’Itpa di Varese. Lì ho incontrato un prof di religione super: il professor Paolo Martarelli. Lui organizzava i concerti di fine anno e ha subito notato del talento in me. Con Paolo siamo anche andati a cantare in Umbria, in occasione del terremoto. Sempre alle superiori, facevo la speaker per una radio di Viggiù. Lì, alcuni colleghi dj e speaker mi hanno proposto di fare la seconda voce per una band hip hop e a cimentarmi con delle vere e proprie registrazioni in studio. Io sono cresciuta a pane, Battisti, Vasco e Nannini.

L’accostamento nel 2005, dopo Sanremo, ci poteva stare considerato che entrambe abbiamo un timbro graffiato. Però, io ho un mio stile e una mia identità. Questo accostamento continuo non mi piace. Non voglio essere fraintesa, Gianna è un’icona e io e lei ci siamo volute bene da subito: la reputo un po’ la mia madrina. In questo quarto album abbiamo lavorato fianco a fianco al brano “Voglio te”.

Sì, parla di questo e deve essere una sorpresa. Ma Siria è soltanto un’amica che si è prestata a fare l’attrice.