Il mitico Velio con i due Frontini. Biasibetti, Marro e… Cocco Bill

Uno straordinario pomeriggio di umanità a bordo campo. A tinte biancorosse

Velio Astori è uno dei nomi mitici del vecchio Varese Calcio e la sua figura imponente di massaggiatore, pronto a entrare in campo per prendersi cura dei biancorossi, caduti a terra dopo qualche duro contrasto di gioco, è ancora impressa negli occhi di tanti appassionati. Martedì, il mitico Velio è arrivato al Franco Ossola per abbracciare Giuliano Melosi, che commenta: «Sono stato un suo giocatore e lui era un grande. Quando entravi da lui, lo trovavi davanti al lettino che ti guardava come per chiederti: “Che cosa vuoi?”. Uno sguardo così non l’ho più visto». Astori ha poi stretto la mano a Enzo Rosa, ora socio fondatore del Varese ma ai tempi capo della curva nord: «Anch’io – ammette – sono sempre stato un ammiratore di Velio. È una persona molto competente e un uomo davvero legato ai valori della maglia. Non sapete quanto ci ha fatto piacere la sua visita».Enzo Rosa ha potuto riabbracciare anche un altro caro amico che, per la verità, è da qualche giorno fisso al Franco Ossola. Si tratta di Fabio Frontini, figlio di Pietro e cioè dell’ormai storico dirigente accompagnatore del Varese: «Questo ragazzo – commenta Rosa – sa davvero che cosa significa amare la squadra. Lavora in Texas, a Houston, ma appena può torna allo stadio. Nel suo Franco Ossola, dove insieme abbiamo visto tante partite in curva. Quando l’estate scorsa avevo lanciato l’idea della colletta per salvare il calcio in città, lui ha dato subito la sua disponibilità, proprio come suo papà: il primo che ho chiamato quando ho avuto la certezza di poter far rinascere il Varese è stato proprio Pietro, uno dei nostri». A bordo campo ci sono appunto padre e figlio. Pietro lascia volentieri la scena a Fabio che si racconta: «Anche a Houston il cuore è sempre biancorosso. Ci sono

7 ore di differenza ma all’orario della partita io mi collego in diretta web. Seguo la partita azione per azione proprio come quando facevo in curva nord. Conosco Enzo perché sono stato anch’io Boys Varese. Nel giugno del 2000 c’ero a Cittadella per la semifinale che metteva in palio la B e potete chiedermi tutto delle trasferte a Como». Torneremo presto a parlare con Fabio Frontini, perché la sua storia è esemplare: è un giovane varesino che lavora negli Stati Uniti dal 2007 e cioè tre anni dopo la laurea in Economia. Intanto papà Pietro fa notare tre cose fondamentali: «Era stato mio figlio a portare la maglia del Varese esposta fuori dalla Nasa, sotto a un razzo spaziale. L’arbitro dell’amichevole con la Juniores si chiama Giovanni Formaglio e ha 73 anni. Qui c’è anche Ottavio Biasibetti: come me è uno di Caravaggio, dove il Varese 1910 aveva giocato la prima partita ufficiale nel 2004. E adesso è sempre allo stadio». Biasibetti stringe la mano a Paolo Tresoldi, allenatore della Juniores: «È un sergente di ferro», commenta Ottavio. Poi abbraccia il numero uno del Varese Claudio Bordin: «È un ragazzo di carisma che arriverà molto in alto. È un capitano nato». L’attenzione cade quindi su Francesco Marro, il giocatore arrivato in prova dall’Olbia che era diventato famoso a dieci anni. Nel 2007, papà Bruno, famoso compositore di musiche per cartoni animati – come non ricordare quella di Cocco Bill – aveva condiviso su Youtube un video in cui il figlio Francesco, all’epoca speranza dell’Enotria, compiva numeri da fuoriclasse in campo coi Pulcini. All’epoca il filmato spopolò in rete e la notizia era stata ripresa anche dalla Gazzetta dello Sport che aveva incominciato l’articolo su Francesco Marro tirando in ballo i calciatori più famosi dei cartoni animati: Holly e Benji.