Il nostro modo di vivere è assurdo

Leggo dell’ennesimo caso in America di “dimenticanza” del proprio bimbo in automobile, morto per un colpo di calore.Puntare il dito non è una soluzione anche se, ovvio, la prima reazione e il primo pensiero per molti sarà:  “Com’e’ possibile?”. Ma questi genitori dilaniati dall’aver ucciso per dimenticanza il proprio bimbo, sono persone apparentemente come noi, che conducevano la loro vita e amavano i propri figli. Perciò gli incriminati non devono essere loro,

ma lo snaturamento delle nostre vite. Siamo bombardati da incombenze, corriamo perché costretti a farlo o perché subiamo gli effetti deleteri della società. Se un genitore è talmente sovraccarico di cose da fare e di pensieri su ciò che dovrà svolgere, da avere dei falsi ricordi di aver lasciato il figlio come tutti i giorni, mentre non lo aveva fatto, credo che ciò significhi che questo modo di vivere è diventato profondamente.

Ilaria Mascetti

Facciamo molto e in fretta, convinti di poter arrivare a tutto e sempre. Poi non va quasi mai così. Secondo una certa teoria manageriale, in base alla quale vengono scelti i dipendenti di un’azienda, i migliori sono quelli che agiscono più velocemente di quanto pensano. E’ un paradosso, ma non lo si considera tale. La rapidità spesso è un merito, non un difetto: però lo è se preceduta dalla riflessione. Ecco, è della riflessione che abbiamo un po’ (un po’ tanto, a dire il vero) perduto contezza. E, a seguire, d’un modo di vivere più cauto, paziente, moderato nei ritmi e non solo. Bisognerebbe insistere con l’elogio della lentezza, tema sul quale ogni tanto qualcuno si diletta a scrivere. In un mondo meno convulso, forse non accadrebbero episodi come l’abbandono d’un bimbo. O ne accadrebbero di meno, perché la distrazione e la smemoratezza hanno mille cause, e bisogna andarci piano (appunto) nell’esprimere giudizi generalizzanti. Se no si va fuori strada.

Max Lodi

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