– È un Papa ancora una volta, con forza, dalla parte dei più deboli e contro le ingiustizie quello che si è presentato al consueto Angelus domenicale. Al centro del messaggio di Francesco da Piazza San Pietro sfruttati e schiavizzati, ma anche malati ed infermi. Poi, ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio della cultura sui saperi femminili, ha chiesto più spazio per la donna all’interno della Chiesa, «affinché non si senta ospite».
«Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare, uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati e abusati come strumenti di lavoro e di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione per rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato a essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità», ha detto Bergoglio, chiedendo ai fedeli di pregare per tutte le vittime di questa piaga. «Oggi, memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da bambina fece la sua esperienza drammatica di essere vittima della tratta – ha ricordato papa Francesco – le Unioni delle Superiore e dei Superiori generali degli Istituti religiosi hanno promosso la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone», spiega ancora il Pontefice.
Papa Francesco ha rivolto un pensiero anche ai malati e a coloro che soffrono di problemi di salute. «La realtà della guarigione dei malati da parte di Cristo ci invita a riflettere sul senso e il valore della malattia», ha detto Bergoglio dalla finestra su Piazza San Pietro. «Predicare e guarire – ha ricordato ancora il Papa – questa è l’attività principale di Gesù nella sua vita pubblica. Con la predicazione egli annuncia il Regno di Dio e con le guarigioni dimostra che esso è vicino, in mezzo a noi».
Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio della cultura sui saperi femminili, ai quali ha detto che vanno studiati «criteri e modalità nuovi affinché le donne si sentano non ospiti, ma pienamente partecipi dei vari ambiti della vita sociale ed ecclesiale». Il Santo Padre ha precisato che si tratta di «una sfida non più rinviabile». Ha poi aggiunto: «Lo dico ai pastori delle comunità cristiane, qui in rappresentanza della Chiesa universale, ma anche alle laiche e ai laici in diversi modi impegnati nella cultura, nell’educazione, nell’economia, nella politica, nel mondo del lavoro, nelle famiglie, nelle istituzioni religiose». L’aspetto della «uguaglianza» e della «differenza», in tema di ruolo e identità delle donne, «non va affrontato ideologicamente – ha detto il Pontefice -, perché la “lente” dell’ideologia impedisce di vedere bene la realtà». E ancora: «L’uguaglianza e la differenza delle donne, come del resto degli uomini, si percepiscono meglio nella prospettiva del “con”, della relazione, che in quella del contro».