VARESE – «Mentre in Lombardia Ideale c’è chi gioca al Generale, noi continuiamo a lavorare. E ad asfaltare davvero le strade di Varese».
Con queste parole, il Partito Democratico risponde duramente all’attacco lanciato da Stefano Clerici – ex assessore ed esponente del centrodestra – contro l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Civati, accusato di trascurare la manutenzione stradale cittadina.
“Asfaltiamo le strade, non gli avversari politici”
«Ci piacerebbe sapere che Varese frequenta l’ex consigliere Clerici – e soprattutto se percorre le stesse strade che percorrono i cittadini», scrivono i dem in una nota.
«Da San Fermo a Masnago fino al centro, sono stati posati chilometri di nuovo asfalto. Clerici pensi piuttosto alla sua coalizione e alla frattura tra vannacciani e puristi: noi dei nostri amministratori possiamo solo essere orgogliosi. Mentre qualcuno gioca al Generale, noi lavoriamo – un pezzo di città alla volta, senza propaganda».
Dieci milioni di euro in due anni
Il PD rivendica i risultati raggiunti: «In due anni abbiamo investito 10 milioni di euro in asfaltature e manutenzioni diffuse su tutti i quartieri di Varese: è il piano più consistente degli ultimi decenni, realizzato con programmazione e trasparenza, non con slogan da curva Nord».
E ancora: «Chi non ha argomenti si rifugia negli slogan. Dire “asfaltiamo Civati” può far sorridere qualche militante in cerca di titoli, ma non risolve nemmeno una buca. E di buche, a quanto pare, ce ne sono più nei ragionamenti del centrodestra che nelle strade di Varese».
“Kabul? Un paragone inaccettabile”
Nel mirino del PD anche un passaggio polemico di Clerici, che avrebbe paragonato le condizioni di Varese a quelle di Kabul.
«Un paragone fuori luogo, soprattutto in un periodo così drammatico. Servirebbe misura, non toni di guerra», sottolineano i democratici.
«La politica è fatta per le persone, non contro di loro – e in consiglio comunale questo principio lo abbiamo ribadito tutti. Noi continueremo a lavorare per una città più sicura, più curata e più vivibile. Gli altri continuino pure a fare campagna elettorale».