Il Risi “varesino” si svela al Baff. Tra film lavenesi e scorci del lago

Il catalogo attraverserà l’oceano fino al MoMA e darà lustro al Festival

– Il B.A. Film Festival alla scoperta del “varesino d’adozione” Dino Risi. «Il libro-catalogo che porteremo al Moma di New York darà onore e lustro al Baff» promette il direttore artistico Steve Della Casa. Entra nel vivo l’omaggio al grande maestro Dino Risi, che è il fil rouge dell’edizione 2016 del festival del cinema. Ieri allo Spaziofestival è stato messo in

risalto il legame che il regista-simbolo della commedia all’italiana aveva con la provincia di Varese. «Rapporti di frequentazioni, come quelle con Piero Chiara – spiega Della Casa del regista che compirebbe cento anni in questi giorni – ma anche un film girato interamente a Laveno, “Sono fotogenico” del 1980 con Renato Pozzetto, oltre ad una miriade di piccole allusioni nei suoi film».

Come quando fa dire ad Enrico Maria Salerno, ne “L’ombrellone” del 1965, che i tappeti di un finto venditore turco «saranno fatti a Busto Arsizio». Tutto ha inizio quando, come spiega il giornalista varesino Diego Pisati, «dopo il bombardamento di Milano, Dino Risi si trasferisce insieme al fratello a Ghirla, dove sono ospiti di amici per scappare dal fascismo e dalla guerra verso la Svizzera».
Ma gli organizzatori del Baff riescono a far riemergere anche un documentario del 1946 – «una scoperta interessante», come lo descrive Steve Della Casa – dedicato alla “Provincia dei sette laghi”.

Un corto di dieci minuti, in una collezione di cinque inediti che alcuni anni fa sono stati ritrovati e restaurati dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa del Centro Sperimentale di Cinematografia. «L’immediatezza dello sguardo» dell’allora trentenne Dino Risi coglie con la sua macchina da presa alcuni dei luoghi più significativi ed evocativi del Varesotto. Dal Campo dei Fiori al Lago di Varese, con l’immagine del «cacciatore di folaghe».
Dall’isola Virginia, «detta Isolino», alle «quattordici cappelle che conducono al Sacro Monte», fino ai giardini delle ville che fanno definire Varese «la Versailles di Milano». Ora Steve Della Casa sta curando un libro dedicato al maestro Risi, «un progetto che parte dal Baff e che darà onore al Baff e a Dino Risi».
L’omaggio del festival avrà un seguito importante: il volume che lo accompagna, coeditato dal Centro Sperimentale di Cinematografia e da Luce-Cinecittà, sarà in doppia versione italiana e inglese e costituirà il catalogo ufficiale della grande retrospettiva che onorerà Dino Risi in una sede prestigiosa quale il Moma di New York, nel prossimo autunno.