Busto Arsizio Carnevale salvo, ma dimezzato: si sfilerà sul viale solo il Sabato Grasso. Senza la Famiglia Sinaghina? Venerdì in Comune la riunione organizzata dallo staff del settore cultura con le associazioni del territorio, in seguito alle difficoltà annunciate dalla Famiglia Sinaghina nel poter riproporre il tradizionale doppio appuntamento con le sfilate dei carri lungo il Viale della Gloria, ha scongiurato lo “scherzetto” peggiore, ovvero la cancellazione dell’evento. «Grazie infatti all’impegno e alla disponibilità delle realtà culturali e sociali che fanno parte della grande rete di associazioni del territorio, coordinata dall’amministrazione comunale, anche quest’anno Busto potrà festeggiare il Carnevale, nonostante qualche difficoltà» annuncia palazzo Gilardoni in una nota che ha fatto seguito all’incontro di venerdì pomeriggio.Per ora è stata fissata un’unica data per la sfilata (di solito avveniva sia alla domenica che al sabato grasso), che è quella di sabato 16 febbraio, che è il giorno in cui si festeggia il Carnevale ambrosiano. Sul viale della Gloria ci saranno i carri allegorici, i gruppi folkloristici e le bande musicali, per una grande festa in maschera che farà felici i più piccini, ai
quali saranno riservati anche altri momenti di intrattenimento nel corso della settimana che precede il sabato grasso. Ora resta da capire se alla regia del Carnevale parteciperà anche quest’anno la Famiglia Sinaghina, che in una prima fase aveva sollevato una serie di problematiche chiedendo al Comune di intervenire. D’altra parte sono ormai anni che il sodalizio del quartiere di Sacconago, che mantiene viva la tradizione del Carnevale Bustese e anima le maschere cittadine del Tarlisu e della Bumbasina, denuncia l’inadeguatezza strutturale del capannone di proprietà comunale di piazza Leone XIII che ospita il laboratorio dei carri di Carnevale, chiedendo una sistemazione alternativa che, nonostante le mille promesse e le varie ipotesi prospettate, non si è mai concretizzata. Il dimezzamento del Carnevale è solo l’ultima di una serie di ridimensionamenti delle tradizioni popolari cittadine, dopo la cancellazione della sagra dell’uva di Sacconago, la riduzione ai minimi termini del Falò dei Magi e il concentramento in un’unica giornata della sagra di San Gregorio. Intanto Legambiente se la prende con la Gioeubia: «Troppa legna bruciata, andrebbe differenziata» il segnale degli ambientalisti alla tradizione.Andrea Aliverti
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f.artina
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