ROMA – Un silenzio carico di rispetto ha accolto, nel pomeriggio di mercoledì 22 ottobre, la commemorazione in Senato di Antonio Tomassini, scomparso il 13 ottobre. Non una semplice cerimonia istituzionale, ma un momento autentico di affetto e riconoscenza per un uomo che ha saputo unire politica, medicina e umanità.
Il presidente Ignazio La Russa ha aperto la seduta con parole sincere, ricordando con un aneddoto personale il legame umano che lo univa a Tomassini: «Ha fatto nascere mia nuora», ha raccontato, con tono commosso ma familiare. Un ricordo che ha dato all’omaggio un calore insolito, più simile a un abbraccio collettivo che a un rito formale.
Poi la parola è passata ai rappresentanti dei gruppi parlamentari. L’intervento più intenso è stato quello di Maurizio Gasparri, che ha ripercorso la lunga carriera del senatore varesino, sottolineandone la passione civile e la dedizione al servizio pubblico. «È mancato per una vicenda banale, un paradosso per chi alla sanità ha dedicato tutta la vita», ha detto con la voce rotta dall’emozione. Gasparri ha poi ricordato con affetto il ristorante Archimede, vicino al Senato, dove una sala porta il nome di Tomassini: «A volte bisognava chiedergli il permesso per usarla, al SenTom, come lo chiamavamo tra amici».
Al termine dell’intervento, Gasparri si è avvicinato ai familiari presenti – i figli Francesco e Andrea, i nipoti Giossi e Corrado – per porgere di persona le condoglianze, seguito da un lungo applauso dell’intera Aula.

Una messa di suffragio sarà celebrata martedì 28 ottobre a Roma, per permettere anche a chi non aveva potuto partecipare alle esequie di Varese di rendere omaggio a un uomo che, come hanno ricordato in molti, «ha lasciato un segno indelebile di professionalità, passione e umanità».