Il quadro meteorologico europeo è finalmente mutato. Le vere perturbazione atlantiche, fondamentali per le abbondanti nevicate in quota e il risanamento del deficit idrico al piano, nonché al definitivo rimescolamento dell’aria, continuano però nella loro importante assenza, ignare di un livello di fiumi e laghi ormai prossimi ai minimi storici. Il Centro Geofisico Prealpino a tal proposito ci comunica un dato importante: il lago Maggiore supera la prima soglia di magra (192.99 m. slm) e attualmente registra un 192.97 m. slm, Rimane lontano il record del 18 marzo 1956, con 192.38 m. slm. L’anno nuovo sembra però voler cambiare radicalmente le carte (previsionali) in tavola e lo farà con un periodo più favorevole, soprattutto tra questo weekend e l’inizio della prossima settimana. Avremo quindi a che fare con una fase più instabile di quella appena trascorsa, fausta di maggiore fenomenologia, soprattutto al centro nord. La mancanza di freddo però farà lievitare leggermente la quota neve
e i fiocchi bianchi si vedranno solo oltre gli 800-1000 metri, più in baso invece locali episodi di pioggia mista a neve, ma senza accumuli. Il manto bianco dovrebbe incrementare oltre i 1200-1300 metri dove è attesa la prima vera nevicata della stagione, seppur in forte ritardo. Poi? La chiave per aprire la porta alla stagione fredda ce l’avremo intorno alla metà mese, quando una discesa di aria artico-marittima potrebbe farci piombare nel vero gelo. I dettagli sono quantomai prematuri e rimane tuttavia attiva la prudenza nel prevedere tali scenari, ma gli indici teleconnettivi (“oscillazioni” periodiche che regolano e aiutano a comprendere le dinamiche della circolazione generale dell’atmosfera) propendono per una seconda parte del mese votata al freddo e alla neve. Attendiamo, perché i primi passi sono stati fatti, manca solo che lassù alle latitudini più alte si organizzino con un convoglio di Siberia express, così, per ricordarci che anche qui è inverno.