Il “socio forte” passerà dal settore giovanile?

Consorzio e Gianfranco Ponti: ipotizziamo la trattativa

Il punto di contatto tra Varese nel Cuore e Gianfranco Ponti? Potrebbe essere il settore giovanile biancorosso, la cui gestione comporta per la società di piazza Monte Grappa un costo di alcune centinaia di migliaia di euro. Si tratta di soldi che vanno giocoforza a incidere non poco sul budget complessivo a disposizione: affidare la conduzione del vivaio alle tasche e all’impegno organizzativo dell’imprenditore angerese potrebbe allora permettere alla Pallacanestro Varese di investire maggiori risorse nella costruzione della prima squadra.

«Apriamoci a un socio» l’esigenza emersa dall’assemblea del Consorzio tenutasi il 16 marzo scorso al PalA2A: dopo sette anni di strada percorsa tutta d’un fiato e in solitudine, l’esame di realtà interno alla proprietà diffusa varesina («Ci siamo chiesti se siamo in grado di reggere con le nostre sole forze» disse allora il presidente Alberto Castelli) ha scaturito la decisione di non chiudere la porta a eventuali interessati, cui cedere parte di quote e di comando proporzionali a queste ultime.

Da allora il silenzio è calato sulla questione, come normale che fosse: Roma non è stata costruita in un giorno e di certo non poteva bastare un mese per avere novità su tale fronte. Quel giorno, davanti alla storica apertura, la mente di tutti, nell’identificare il “socio forte” auspicato, andò a Gianfranco Ponti, già autore di un offerta due anni fa (acquisto del 50% del capitale con annesso aumento dello stesso, da sottoscrivere congiuntamente al Consorzio, più richiesta di pieni poteri) rimandata al mittente da Varese nel Cuore.

In realtà un incontro tra le parti (Ponti e Castelli) era già avvenuto qualche settimana prima del 16 marzo, a titolo esplorativo e senza alcuna determinazione sul futuro: era stato solo un modo per “riannusarsi” dopo le schermaglie della primavera 2015. A quel che ci risulta altri meeting non si sono consumati, anche perché Ponti nelle ultime settimane è stato all’estero per lavoro: le parti sono rimaste nella promessa di riaggiornarsi, e così sarà.

Anche perché, ai piani alti di piazza Monte Grappa, non sembrerebbe opportuno farsi sfuggire un eventuale nuovo interessamento dell’imprenditore angerese, soprattutto a seguito delle lacrime e del sangue versati nell’ultimo anno per ripianare i conti.

Qualora una trattativa dovesse davvero essere intavolata, il settore giovanile potrebbe – come scritto – avere un peso importante, se non essere addirittura la chiave di volta del tutto. Ponti è sensibile sull’argomento: lo dimostra l’avventura intrapresa nel campo con la creazione della Ignis Varese 1960 (che compirà presto un anno di attività e che in futuro verrà dotata di una “casa”, opera sulla quale l’imprenditore ha già dichiarato di voler investire) e lo dimostra il fatto che in passato si fosse già fatto avanti – prima dell’offerta “generale” del 2015 – per rilevare il vivaio (ricevendo risposta positiva dal fu “deus ex machina” Cecco Vescovi ma negativa dal resto della dirigenza).

Al cospetto di una proposta di acquisizione del settore giovanile l’imprenditore difficilmente si tirerebbe indietro, anche perché la Pallacanestro Varese è sempre stata pensata come lo sbocco naturale dell’attività intrapresa con la Ignis e una continuità tra i due poli (con “core business” diversi: uno i bambini, l’altro i giovani) non è così difficile da ipotizzare.

Appaltare il settore giovanile farebbe “risparmiare” alla società una cifra superiore ai 200 mila euro, oltre a essere un possibile punto di partenza per una collaborazione più estesa.