L’altro ieri il direttore sportivo Giorgio Scapini ha postato sulla sua pagina di Facebook una sua foto assieme a Peo Maroso, con una dedica, semplicemente da brividi: «Dedico con grande piacere la stagione del Varese Calcio a colui che sarà sempre con noi. Grazie Peo». Così, oggi, ci sembrava giusto dare voce al Peo, tramite le parole di suo figlio Virgilio. Parole che tracciano un filo teso che parte dal passato e ci porta direttamente nel futuro di questa maglia. Nel futuro del Varese.

La foto postata dal ds Giorgio Scapini
Sarebbe stato sicuramente felice. Ma, forse, è giusto che parliamo noi che siamo qui. Perché è giusto che lo diciamo noi un grazie a Giorgio per la sensibilità che ha dimostrato: una dote rara nel mondo del calcio.
Il suo gesto mi ha ricordato quello che fece Devis Mangia dopo una partita dell’Under 21… ma in fondo, Mangia, è stato scoperto da Scapini. E le persone fatte in un certo modo, si trovano sempre tra loro, nella vita.

Il sorriso del Peo
(Foto by Varese Press)
Lui è sempre stato legato ai giovani: il futuro del Varese. Noi conosciamo Scapini per la persona che è, ma anche per il professionista: un talent scout apprezzato da Sogliano e da Maroso. Immagino che abbia già le idee chiare, come solo lui saprebbe averle.
In Serie D, tanto. Per vincere una categoria come questa serve un nucleo di ragazzi forte, da integrare nelle dinamiche del gioco, guidati da calciatori più esperti.
Avrebbe detto una sola cosa: «Idee chiare. Prima di tutto sul mercato e sull’allenatore: attenti alle scelte».
Si parla di conferma o meno di Giuliano Melosi, dell’arrivo di Salvatore Iacolino. Due vie diverse…

Il Peo all’ingresso del Franco Ossola
Sicuramente ha guidato la squadra ad un campionato da record: se mi fossi seduto io in panchina, non avrei fatto così bene, non avrei vinto a mani basse. E per questo meriterebbe di giocarsi le sue chance in un campionato come la D. Ma…
Se la società riuscisse a prenderlo, allora, partiremmo sicuramente per vincere. È uno che conosce la D e i risultati parlano per lui. Se il Varese dovesse prendere un numero uno come lui, tanto di cappello.
Quale Sogliano? Sean ci darà una mano sicuramente da subito, ma quando saremo in Lega Pro allora sarà, penso, decisivo.
Scapini l’avrà già fatta. Io mi fido di Enzo Rosa e di Piero Galparoli che si stanno muovendo benissimo. Enzo è un amico da tempo e Piero ha aiutato a intitolare la curva a mio padre…
È il numero 10, il capitano: Neto Pereira. Rivederlo con la maglia del Varese sarebbe emozionante. Sarà difficilissimo portarlo qui, ma non impossibile.

Il grande Limido, Peo e la nipotina
(Foto by Varese Press)
Perché di Neto sappiamo che persona è, e quello che prova per i nostri colori. Conosciamo benissimo il suo valore umano, quindi potrebbe anche arrivare… E se dovesse essere così, darebbe un’ulteriore iniezione di fiducia.
Di vincere la categoria come fece Mangia. Dico che contano poco i record, l’importante è passare subito in Lega Pro, perché se non dovessimo vincere al primo colpo rischieremmo di rimanere impantanati, come è successo a Lecce, Pro Sesto e Piacenza, che ci hanno messo anni e tanti soldi per costruire una corazzata.
Per vincere subito ci vorrebbe un Vavassori…

Virgilio Maroso assieme a Sean Sogliano
(Foto by Varese Press)
Quello che ha sempre detto: «Venite a darci una mano». Poi, sarebbe andato dai suoi amici Orrigoni e Milanese, che già ci sono, e gli avrebbe detto: «Fate di più per il Varese».
Sembra che si stia avvicinando al settore giovanile, e non è una cosa da poco… poi, posso aggiungere che una volta che ci si è seduti al tavolo, l’appetito vien mangiando. Comunque il suo aiuto, l’anno prossimo, sarà fondamentale per noi.
Sì, sono venuto fino a dicembre, ma devo dire che nonostante i record fa male vedere il Varese in questa categoria, per me rimane sempre un purgatorio.

Peo Maroso vigila sempre sul suo Varese